Solidarietà a Demarco,
'manca' però de Bortoli

VASQUEZ, AMENDOLA, Orlando, Fulvio Martusciello, Ottavio Lucarelli, Colimoro, Ponticelli, Fedele, Labruna, Veltroni, Mastella, Ossorio, Giuseppe De Mita, Valiante, Peppe Russo, Tino Santangelo, Gravano, Lucci, Biagio De Giovanni, Annamaria Chiariello, Gianni Russo, Lettieri, Caldoro, Bassolino, Ciriaco De Mita, Mazzetti, Rea, Masullo (addirittura due volte), Landolfi, Giuliano, Cavaliere, Di Lello, Nicolais, Tino Iannuzzi, Cozzolino, Umberto De Gregorio, Cicelyn, Di Fiore, Mazzacca, Allodi, Famiglietti, Erminia Mazzoni, Gargani,

Bobbio, Libertino, Vincenzo Pepe,
Serio
, Krogh, Palombini ("come diceva il mio maestro in Università Antonio Calì, ognuno a quello che si merita"), Crea, Gianni Festa (padre di due giornalisti del Cormezz, il capo


De Gregorio, Famiglietti, Ossorio e Ponticelli

redattore centrale Carmine e la cronista dell’edizione on line Natascia).
In cinquantuno tra politici, docenti universitari, giornalisti e esponenti di varia umanità hanno espresso solidarietà al direttore del Cormezz Marco Demarco che con le loro dichiarazioni ha riempito per cinque giorni colonne e colonne del giornale. Il 20 ottobre il titolo di apertura della prima pagina spiega ai lettori che cosa è successo: Intervistato da Belpietro / De Magistris in tv attacca il Cormez. E sotto c'è il fondo di Demarco che si apre con una domanda (“Caro sindaco, che fa, infanga?”) e va avanti con un suggerimento (“la lettura di un bel saggio” di “una antropologa italo-francese, Lynda Dematteo, dedicato a Bossi. Si intitola ‘L’idiota in politica’ ”). In seconda pagina ci sono finalmente i particolari sul “fango” lanciato dal sindaco. Su Canale 5, nel corso della trasmissione ‘La telefonata’ condotta alle 9 di mattina da Maurizio Belpietro, il direttore di Libero ha girato una domanda a De Magistris: “il direttore del Corriere del Mezzogiorno dice che la luna di miele tra lei e Napoli è finita. Che risponde?
De Magistris non è d’accordo e lo dice con chiarezza: “a me sembra il contrario”; Demarco “evidentemente ha ragioni non so di che tipo, forse un feeling anche un po’ curioso con Nicola Cosentino negli ultimi tempi, che spiega un po’ tutto”. Il direttore del Cormezz lancia subito alti lai per l’attacco alla libertà di stampa, pubblica il fondo “La macchinetta del fango” e dà il via alla teoria degli attestati. Iustitia li pubblica tutti perché sono una lettura interessante per verificare come talvolta le parole acquistino una loro vita autonoma che prescinde dai fatti.
Ma torniamo all’attacco del sindaco contro la “libertà di stampa”e leggiamo una seconda volta le parole ‘offensive’: Demarco “evidentemente ha ragioni


Annamaria Chiariello, Enzo Colimoro, Gigi Di Fiore e Gianni Russo

non so di che tipo, forse un feeling anche un po’ curioso con Nicola Cosentino negli ultimi tempi, che spiega un po’ tutto”. Dalla lettura scaturiscono due osservazioni. La prima. La frase non ha niente di  offensivo. Demarco è libero di

sostenere che è finita la luna di miele del sindaco con i napoletani e il sindaco è altrettanto libero di fornire una possibile spiegazione di una affermazione che, a suo giudizio, non trova conforto nei fatti. O la libertà di critica è un’esclusiva degli iscritti all’Ordine dei giornalisti? Questo aspetto viene sintetizzato bene da uno dei pochissimi interventi critici messi in pagina, firmato Gio Pozzi: “Un nuovo martire per Napoli. Dopo San Gennaro c’è Demarco. Secondo me (il sindaco, ndr) non ha detto alcunché in quella intervista. Se lei si sente infangato lo denunci, ma ci eviti certi isterismi, grazie”.
C’è da aggiungere che l'unico che potrebbe dolersi per la querelle montata dal Cormezz è il coordinatore campano del Pdl, offeso non dalle parole di De Magistris, ma dalla reazione indignata di Demarco che evidentemente giudica grave l’accostamento del suo nome a quello del politico di Casal di Principe.
Passiamo alla seconda osservazione. L’affermazione di De Magistris è vera. Il feeling tra il Cormezz e Nicola Cosentino è certificato dalla collezione del giornale e da una serie di episodi significativi. Anzi va detto che De Magistris è stato fin troppo prudente perché ha limitato il feeling agli “ultimi tempi”.
Infatti non negli ultimi tempi, ma negl'ultimi anni Cosentino è stato una star delle pagine del Cormezz firmando una ventina di fondi in prima pagina e di

lettere al direttore. E quando il segretario campano pdl non firmava in prima persona, il suo pensiero veniva riportato con grande generosità di spazi. Uno degli episodi più recenti risale al 10 settembre quando a


Enzo Amendola, Luigi Bobbio, Mario Landolfi e Vittorio Vasquez

Sant’Agata de’ Goti Cosentino è stato ‘processato’ in piazza con l’accusa affidata a tre pubblici ministeri giornalisti; tra questi Angelo Agrippa, il cronista politico che per il Cormezz segue il centro destra e in particolare Cosentino. Il giorno successivo nella pagina riservata al processo Agrippa riporta la ‘difesa’ del coordinatore regionale e la ‘sentenza‘ di assoluzione, ma non informa i lettori del suo doppio ruolo.
Ancora due episodi per illuminare il feeling. Nel pieno della bufera scatenata dalle indagini e dalle intercettazioni sul caso dell’imprenditore Alfredo Romeo il Corriere della sera pubblicò un articolo duro nei confronti di Italo Bocchino che protestò con veemenza con il direttore Ferruccio de Bortoli, spiegando che un attacco simile se lo sarebbe aspettato dal Cormezz da lui ritenuto vicino al suo nemico Cosentino, ma non dal Corriere della sera e de Bortoli rimediò con una intervista riparatrice.
Chiudiamo con la questione spinosa dell’ordinanza con la richiesta di arresto nei confronti di Nicola Cosentino firmata nel novembre del 2009 dal gip Raffaele Piccirillo. Il 9 novembre i cronisti sono in fibrillazione perché si è sparsa la voce che l’ordinanza, attesa da giorni, è stata firmata; riescono a conquistarne una copia i cronisti del Mattino (Leandro Del Gaudio), dell’agenzia Ansa (Enzo La Penna) e dei quotidiani nazionali Corriere della sera (Fulvio Bufi), Repubblica (Dario Del Porto) e Stampa (Guido Ruotolo). Dal Corriere del Mezzogiorno una copia dell’ordinanza viene chiesta al giornalista del Corriere più grande; la copia arriva subito ed è smistata a quattro redattori: i cronisti di giudiziaria Gianluca Abate e Titti Beneduce e i cronisti politici Angelo Agrippa e Simona Brandolini.
Il giorno successivo si diffonde la voce che il testo dell’ordinanza è stato inviato da un redattore del Cormezz all’entourage di Cosentino, un’iniziativa


Federico Libertino, Ernesto Mazzetti, Anna Rea e Tino Santangelo

molto grave non solo da un punto di vista deontologico. Al caso Romeo per il Corsera stanno lavorando Fulvio Bufi e Marco Imarisio che vanno subito da Demarco a chiedere spiegazioni, ma il direttore cerca di minimizzare. Della

vicenda viene informato il redattore capo del Corsera Gianpaolo Tucci e poi il direttore, che chiama Demarco per chiedergli di prendere provvedimenti. La richiesta di de Bortoli però nella sostanza non sortirà alcun effetto.
Resta da capire perché Demarco si è tanto speso sul ‘feeling’. La spiegazione è in apparenza semplice: ‘morto’ Bassolino il direttore del Cormezz ha disperatamente bisogno di un nemico da attaccare, di una boa alla quale legare il giornale e la dichiarazione di De Magistris a Canale 5 gli ha consentito di allestire un microshow in difesa della libertà di stampa per conquistare attenzione in città e soddisfare il suo narcisismo. C’è dell’altro? Probabilmente no, anche se a via San Nicola alla Dogana, scherzando, ma non troppo, c’è chi ipotizza un fuoco preventivo del Cormezz nel timore che dagli ambienti vicini a Palazzo San Giacomo possa arrivare qualche siluro contro Demarco.