Mattino, sì ai tagli
e tandem con il Sole

IL 25 OTTOBRE i lettori del Mattino hanno trovato in edicola il loro quotidiano venduto a 2,20 euro in abbinamento con il Sole 24Ore. L’iniziativa è partita in via sperimentale e prevede per i lettori del Sole l’acquisto obbligatorio del giornale napoletano mentre per i lettori del Mattino l’acquisto del Sole è facoltativo. Il 'panino' ci sarà uno o due giorni alla settimana. Ma all’esordio, forse perché il tandem è stato poco pubblicizzato, la risposta dei lettori è stata decisamente modesta.
Intanto il 22 ottobre a torre Francesco il capo del personale Giovanni Santorelli ha firmato con il comitato di redazione (Maria Chiara Aulisio, Gerardo Ausiello, Paolo Mainiero e per le sedi distaccate

Petronilla Carillo) l’accordo sulle richieste avanzate dal presidente della società Albino Majore il primo agosto.
Nella lettera con toni cortesi e sostanza ‘violenta’ l’azienda comunicavail recesso con decorrenza primo ottobre da tutti gli

Gerardo Ausiello e Giovanni Santorelli

accordi collettivi aziendali vigenti” a cominciare da intese sottoscritte nel 1983. Dopo la pausa di agosto e l’elezione di nuovi rappresentanti sindacali, i componenti del cdr sin dai primi giorni di settembre si sono trovati di fronte un muro di gomma che in nome della crisi devastante dell’editoria ha respinto qualsiasi proposta di trattativa. Così dopo cinquanta giorni, nove incontri, di cui uno romano nell'ufficio di Majore a Prati, varie assemblee, i giornalisti hanno portato a casa pochissimo. Al punto 2.2 dell’accordo c’è infatti scritto che “il cdr del Mattino, nel prendere atto della situazione di crisi in cui versa l’azienda, esaminata nel corso di numerosi incontri e ottenuto espresso mandato dall’assemblea dei giornalisti tenuta il 21 ottobre, responsabilmente accetta la disdetta degli accordi aziendali di secondo livello con l’eccezione del cosiddetto buono pasto”. E a partire dal primo ottobre verrà corrisposto nelle giornate di lavoro un buono pasto da sette euro uguale per tutti i redattori.
All’accordo è allegata una dichiarazione fuori verbale per “precisare che restano in ogni caso fermi e immutati eventuali diritti quesiti dei giornalisti”, in sostanza chi vorrà citare l’azienda potrà farlo. Intenzione già manifestata da diversi redattori con Chiara Graziani che ha messo a verbale in assemblea di riservarsi l'avvio un’azione giudiziaria.
Nello stesso giorno dell’accordo con l’azienda il cdr ha incontrato il direttore Federico Monga. Due i nodi messi a fuoco: le collaborazioni e le coperture. Sul secondo punto è stato deciso di anticipare la chiusura del giornale dall’una a mezzanotte. Sul primo si parla di “incrementare

Maria Chiara Aulisio e Chiara Graziani

in tutti i settori il ricorso alle sinergie di gruppo per contrarre le collaborazioni giornalistiche esterne”. L’obiettivo è tagliare i tanti servizi non sempre indispensabili di fascia alta come avviene in cultura. Non sarà una operazione semplice
perché c’è una pattuglia di pensionati che continua a presidiare il giornale lavorando spesso in sede, sia a Napoli che nelle distaccate.
Sull’accordo resta poco da dire. Ci sono stati l’impegno e la buona fede (non sempre scontata) dei sindacalisti ma l’azienda ha ottenuto tutto ciò che voleva. Per questo motivo il cdr si è presentato dimissionario in assemblea che all’unanimità gli ha confermato la fiducia e ha bocciato anche la proposta di qualche redattore di fare due giorni di sciopero.
Si poteva fare di più? “Probabilmente no; - è la risposta di un sindacalista di lunga esperienza – anche perché il Mattino aveva una rappresentanza debole con Santorelli terrorizzato per il suo posto di lavoro e il settantaquattrenne Majore da mesi annunciato in uscita. Ma forse valeva la pena fare un gesto simbolico soprattutto in vista dei prossimi mesi che saranno difficilissimi con l’azienda che continua a diffondere dati di bilancio catastrofici: non firmare l’accordo. Avete chiesto cento e non cedete su niente; ma questa non è una trattativa è un diktat e allora assumetevene in pieno la responsabilità”.