Assassinato sulle rampe

In tutti i giornali gli errori possono scappare, ma ce ne sono alcuni francamente intollerabili. Dopo giorni di articoli, pagine, numeri speciali dedicati dal Mattino al trentesimo anniversario dell’omicidio di Giancarlo Siani, il 24 settembre il quotidiano diretto da Alessandro Barbano pubblica altre due pagine con i resoconti delle iniziative svoltesi il giorno prima e un titolo a tutte colonne che apre la copertina del dorso cronaca: “non solo parole ma impegno per battere la camorra”. Appena sotto una grande foto della manifestazione alle rampe Siani con il sindaco Luigi De Magistris e un folla di cittadini. La didascalia è: “Rampe Siani. La cerimonia sul luogo dove venne ucciso Siani”.
L’errore è nel servizio del giovane cronista Davide Cerbone, che frequentava le scuole medie quando uccisero Siani: “alle rampe Siani, dove è stato ucciso barbaramente dalla camorra perché faceva bene il suo lavoro”. Ma le responsabilità di Cerbone sono minime perché se scrivi due o tre pezzi al giorno può capitare di sbagliare e perché ci sono redattori pagati di più soltanto per ‘passare’ gli articoli dei cronisti. Senza contare che ai componenti dell’ufficio dei redattori capo (con Barbano, il vice Federico Monga, il redattore capo centrale Antonello Velardi, il vicario Francesco Del Core lavorano Vittorio Del Tufo, Gino Giaculli e Antonella Laudisi), ai responsabili della cronaca (il supervisore Paolo Russo e la coordinatrice Marilicia Salvia), e ai giornalisti addetti al turno di notte un errore sul luogo dove Siani era stato colpito dai killer nella sua Mehari non doveva sfuggire.

 
Alessandro Barbano
Federico Monga