Pec ora obbligatoria,
sospeso chi non ce l’ha

PER I GIORNALISTI la Pec, posta elettronica certificata, è ora obbligatoria per legge, altrimenti si viene sospesi dall'Ordine. E se l'Ordine dorme viene commissariato dal ministero della Giustizia. Sono queste le nuove importanti norme che dovranno essere rispettate al più presto da tutti i giornalisti iscritti agli albi pena la sospensione dall'attività. Riguardano l’utilizzo della posta elettronica certificata nei rapporti tra pubbliche amministrazioni, imprese e professionisti.
Tutti i giornalisti professionisti e pubblicisti sono obbligati a munirsi di Pec e a comunicarlo all'Ordine regionale di appartenenza. Altrimenti saranno sospesi dall'Ordine fino alla comunicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata. L'Ordine regionale che tardi a sanzionare

l'inadempienza del giornalista può essere a sua volta commissariato dal ministero della Giustizia. Per la verità la Pec è obbligatoria da quindici anni

Alessandro Galimberti, Enzo Iacopino e Paola Spadari

per tutte le categorie dei professionisti, dal varo cioè del codice dell’amministrazione digitale previsto dal decreto legislativo del 7 marzo 2005, numero 82, e dalle successive integrazioni.
Allora perché oggi diventa indispensabile dotarsi della Pec? Il motivo è semplice: con l’approvazione della legge sulla semplificazione (decreto legge numero 76 del 16 luglio 2020 convertito nella legge numero 120 dell’undici settembre 2020) vengono per la prima volta introdotte sanzioni per chi non rispetta l’obbligo della posta elettronica.
Non sottovalutiamo comunque – osserva un dirigente del sindacato romano – i vantaggi che comporterà la Pec per tutti i giornalisti. È sufficiente citare un solo dato: per le elezioni dello scorso febbraio l’Inpgi ha speso 300mila euro per le raccomandate. Un costo che verrà azzerato alle prossime tornate elettorali”.
Continuiamo ora con noiosi e burocratici riferimenti alle nuove norme perché sono indispensabili per avere un quadro chiaro della questione. Vediamo allora cosa prevedono i commi 7 e 7 bis della nuova legge.
Il primo impone al professionista di comunicare all’Ordine a cui è iscritto il proprio domicilio digitale e l’Ordine pubblica in un elenco riservato, consultabile in via telematica soltanto dalle amministrazioni pubbliche, i dati identificativi degli iscritti e il relativo domicilio digitale.
Il comma 7 bis stabilisce che il professionista che non comunica il proprio domicilio digitale è obbligatoriamente soggetto a diffida ad adempiere, entro trenta giorni, da parte dell’Ordine di appartenenza. In caso di mancata ottemperanza alla diffida, l’Ordine applica la sanzione della sospensione dall’albo.
Va anche detto che il ministero della Giustizia ha precisato che la competenza a sospendere un giornalista privo di Pec appartiene esclusivamente al consiglio dell'Ordine regionale competente e non al consiglio di disciplina dello stesso Ordine.
Chiudiamo con la parte operativa. Quanto costa la posta elettronica certificata? L'Ordine nazionale ha stipulato durante la presidenza di

Gerardo Ausiello, Ottavio Lucarelli e Claudio Silvestri

Enzo Iacopino una convenzione per avere la 'Pec dei giornalisti' con la società marchigiana Namirial che costa 4,50 euro + iva per la

durata di tre anni e si può pagare on line con la carta di credito. Per i giornalisti iscritti all'Ordine della Lombardia, presieduto da Alessandro Galimberti, e del Lazio, guidato da Paola Spadari, la Pec è gratuita in quanto il suo costo è compreso nella quota annuale obbligatoria da versare all'Ordine. In Campania l’Ordine che ha al vertice Ottavio Lucarelli ha scelto di seguire l’Ordine nazionale, quindi il costo per un triennio è di 4,50 euro + iva, poco meno di due euro all’anno. Invece per chi aderisce al Sindacato unitario dei giornalisti campani, presidente Gerardo Ausiello e segretario Claudio Silvestri, la Pec è gratis perché inclusa nella quota di iscrizione.