Purgatori scontato

Al festival delle celebrazioni per l’anniversario dell’esecuzione dell’incolpevole Giancarlo Siani ha occupato un posto di primo piano il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna che, a trentacinque anni dall’omicidio e alla vigilia delle elezioni per il rinnovo dei vertici dell’Ordine, ha pensato bene di consegnare ai familiari del cronista il tesserino di professionista.
All’iniziativa ha dedicato un corsivo Massimo Novelli sul Fatto del 26 settembre che sottolinea la tempestività di una iniziativa che arriva a trentacinque anni di distanza mentre il riconoscimento “avrebbe dovuto essere dato semmai subito dopo la morte”. E riporta le parole dei vertici dell’Ordine che definiscono Siani “uno straordinario testimonial della passione per la professione giornalistica. Ora – continua Novelli – ‘testimonial’ significa ‘personaggio celebre che in una campagna pubblicitaria attesta le caratteristiche positive di un prodotto’. Forse si poteva scegliere un’altra definizione, più corretta, più rispettosa. O no?
Da Massimo Novelli passiamo ad Andrea Purgatori. L’ex cronista del Corriere della sera il 23 settembre ha dedicato la puntata di Atlantide, il programma serale che conduce su La7, all’omicidio Siani.
Purgatori conosce bene la materia perché è stato tra gli sceneggiatori di ‘Fortapàsc’, il film su Giancarlo Siani firmato dal regista Marco Risi che uscì nelle sale nel 2009. E ha costruito una trasmissione ordinata inzeppandola di ospiti. Li citiamo in ordine alfabetico e forse ne dimentichiamo qualcuno: la giornalista di Repubblica Federica Angeli, il procuratore generale di Potenza Armando D’Alterio, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il presidente della camera dei deputati Roberto Fico, il conduttore tv Massimo Giletti, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il vice direttore del quotidiano Roma Roberto Paolo, il regista Marco Risi, lo scrittore Roberto Saviano, il fratello maggiore di Giancarlo Paolo Siani, dal 2018 deputato del Pd. Uno sforzo notevole per un risultato molto modesto. Ne viene fuori una trasmissione piatta, banale, scontata.
A oltre dieci anni dal film Purgatori non ha il coraggio di allargare il discorso oltre l’ufficialità e i risultati acquisiti. Avrebbe potuto invitare Bruno Rinaldi, il capo della squadra mobile di Napoli che nel 1993, insieme ad Armando D’Alterio, riavviò le indagini sull’omicidio fino a individuare killer e mandanti e avrebbe voluto fare luce anche sulla borghesia grigia di Napoli e di Torre Annunziata, sugli intrecci tra politici e camorristi, sul ruolo svolto da alcuni giornalisti del Mattino.
L’unica voce dissonante della trasmissione era Roberto Paolo, autore del libro‘Il caso non è chiuso / La verità sull’omicidio Siani’. Del giornalista è stato mandato in onda un intervento registrato. Ma Roberto Paolo ha dichiarato all’Adn Kronos che alcuni tagli hanno modificato la sua dichiarazione fino a fargli dire cose non vere. Per di più prima del lancio della dichiarazione non è stato presentato da Purgatori come autore di un libro che qualche anno fa aveva spinto la procura di Napoli a riaprire le indagini.

Philip Blomkvist

 
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