È stata consegnata al Comitato di Redazione una lettera - inviata anche all'Azienda - sottoscritta da un gruppo di colleghi. Il Cdr respinge, ritenendola irricevibile, ogni iniziativa al di fuori delle regole democratiche della rappresentanza e della delega, che tenda a delegittimare il ruolo del sindacato ed a stravolgere le regole del confronto e della dialettica tra le parti. Il Cdr, pur non escludendo la possibilità della buona fede di parte dei firmatari, ritiene pericolosissime e gravi - da qualunque parte provengano - eventuali manovre che puntino a dissipare il patrimonio di risultati ottenuti in questi mesi dall'insieme della redazione e dal suo organismo sindacale e che possa offrire argomenti alla controparte per dividere ed indebolire la redazione. Tutto ciò appare ancora più grave alla vigilia di un'importante udienza presso il Giudice del Lavoro, che si dovrà esprimere sul ricorso presentato dall'azienda, già condannata per condotta antisindacale.
Il Comitato di Redazione sente il dovere di interrogarsi su quanto avvenuto e di ribadire regole e princìpi elementari dai quali non ha alcuna intenzione di derogare.
- Il Cdr rappresenta la redazione nei confronti di direttore ed azienda. Nessuno all'interno della redazione, a maggior ragione in presenza di una vertenza, ha titolo per tentare di recitare la parte di <soggetto terzo> tra rappresentanza sindacale e suoi interlocutori. Da questo punto di vista l'iniziativa messa in atto, oltre che irrituale, risulta di grave pregiudizio per l'esercizio dell'attività sindacale. A tale proposito il Cdr ha deciso di informare dell'accaduto il Collegio dei Probiviri dell'Associazione Napoletana della Stampa.
- In presenza di momenti di conflitto durante il confronto sindacale, eventuali tentativi di mediazione - qualora si ritenga di volerli esperire e di avere le potenzialità per farli - vengono messi in atto dal direttore o da altri soggetti che ne abbiano i titoli. Qualunque altra intromissione non può che risultare impropria e illegittima.
- Un punto irrinunciabile, sul quale questo Cdr rivendica la propria <intransigenza> (nel senso politico ed etico del termine), è rappresentato dalla pretesa che siano rispettati regole e diritti, che non possono - di volta in volta e a seconda dei momenti - essere messi in discussione dalla controparte. Il comunicato dell'azienda, in risposta a quello del Cdr fatto pubblicare sul giornale, risulta esemplare ed esplicativo: l'azienda ritiene di non doversi neppure confrontare con il sindacato su temi centrali quali organico, organizzazione del lavoro, andamento del giornale e strategie per il suo rilancio. Va altresì ricordato che, ribadendo queste posizioni, l'azienda intese chiudere l'ultimo incontro dopo che il Cdr si era detto disponibile a <trattare a oltranza> o, se ritenuto necessario, ad aggiornare l'incontro stesso.
Il Comitato di Redazione - pur ribadendo la propria disponibilità al confronto, qualora se ne creassero le condizioni - conferma il pacchetto di cinque giorni di sciopero illustrato e discusso in assemblea, il primo dei quali già effettuato.
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