| Violenze carcere: teste, denuncia? Dopo azione c'è  reazione Parte civile solo dopo aver ricevuto avviso fissazione udienza (ANSA) - NAPOLI, 24 APRILE - Ha preso manganellate su testa e schiena al  carcere di Santa Maria Capua Vetere durante le violenze commesse dagli agenti  penitenziari il sei aprile 2020, ma non ha denunciato nulla, "perché così  ho reagito", e perché "ad ogni azione corrisponde una reazione, come  sta succedendo tra Israele e Palestina". Si è espresso così, al  maxi-processo per i pestaggi avvenuti poco più di quattro anni fa al carcere  casertano e in corso all'aula bunker dello stesso istituto - 105 imputati tra  agenti penitenziari, funzionari del Dipartimento dell'Amministrazione  Penitenziaria e medici dell'Asl di Caserta - il teste 49enne Jarni Johnson, originario del Benin e  residente nella località di Pescopagano a Castel Volturno (Caserta).
 Johnson fa parte di un gruppetto di una cinquantina di detenuti tutti vittime  delle violenze nel 2020 ma costituitisi parte civile solo dopo aver ricevuto  l'avviso di fissazione dell'udienza preliminare (metà 2022); molti di loro,  dopo le violenze, non denunciano né furono sentiti dai carabinieri e dal Nucleo  Investigativo Centrale (Nic) della Polizia Penitenziaria, delegati dalla  Procura a raccogliere i racconti dei pestaggi; e quando gli investigatori si  recarono da loro nella seconda metà del 2022, dopo che gli avvisi per l'udienza  preliminare erano stati notificati, in molti, come Johnson, si rifiutarono di  parlare, pur costituendosi nel processo. Si tratta di teste sui cui racconti  non c'è stato alcun controllo preventivo né da parte della Procura, che li ha  citati come propri testimoni, né dei difensori, e che possono dunque riservare  sorprese, anche a favore degli stessi imputati.
 Del gruppetto di cinquanta, ne sono stati sentiti nelle ultime udienze una  trentina; in molti hanno sbagliato i riconoscimenti degli agenti, altri hanno  parlato a favore dei poliziotti o comunque hanno fornito indicazioni generiche,  dovute al fatto che tutti sono stati effettivamente picchiati, ma non rilevanti  sulla personale responsabilità degli imputati. Come appunto Johnson, che ha  ammesso di essere stato malmenato dalla fila di agenti con caschi e manganelli  presente nel corridoio del carcere - quella fila che si vede dai noti video dei  pestaggi - spiegando però di non aver riconosciuto nessuno in servizio nella  sua sezione a Santa Maria Capua Vetere. (ANSA).
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