L’hanno visto in tanti, lo strano yacht che “sembra un sottomarino”, materializzarsi all’improvviso nel mare di via Caracciolo. Da via Chiatamone, incrocio galleria della Vittoria, l’ufficiale al comando della cronaca (il capo è Vittorio Del Tufo, il vicario Paolo Russo) ha spedito fotografo e un cronista esperto di cose marinare (scelto tra i più abbronzati) per capirci qualcosa di preciso. Qualche lettore aveva telefonato: C’è un sottomarino enorme. O forse sono i marziani. O forse Berlusconi aveva dato via il suo vecchio Principessa vai via, o forse D’Alema si era deciso a dare in permuta la sua barca a vela per farsi la comodità a rate e attraccare finalmente senza imbarazzi allo yachting club Costa Smeralda per un Martini con Elisabetta Gregoraci.
Il Mattino ha dedicato all’apparizione un box di otto righe a una colonna. Con foto. Ma è rimasta una misteriosa apparizione. Oltre che inesatta e generica come notizia (Sembra un sottomarino – Curiosi in via Caracciolo. Il Sigma viene noleggiato. Chi sarà il misterioso miliardario a bordo?”).
Molto più preciso il resoconto fatto dalla redazione napoletana del quotidiano diretto da Ezio Mauro. Dati, fatti e circostanze. E nome esatto del “ferro da stiro”. Intanto, non si chiama Sigma ma A (tutt'al più Alfa, per compiacere i grecisti del Chiatamone), come Alexsandra moglie di Andrei Melnichenko, banchiere russo. E mille particolari che vi risparmiamo per evitarvi travasi di bile: è più facile dire quello che non c’è a bordo anziché quello che c’è. Non c’è la foto di Josif Vissarionivic Dzugasvili, per gli amici Stalin, né il busto di Vladimir Il’ic Ul’janov, che in Siberia chiamavano Lenin.
E poi non è 118 metri, come frettolosamente azzarda Il Mattino, ma 119 (per l’esattezza 387 piedi). Lunghezza e nome erano stati calcolati a occhio, da lontano.
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