L'11 ottobre La Città
a Lombardi e Di Canto

SEMBRAVA SI STESSE per inceppare il passaggio del quotidiano di Salerno La Città dal gruppo l’Espresso agli imprenditori Giovanni Lombardi e Vito Di Canto. Il sasso nell’ingranaggio l’ha messo proprio Lombardi, finanziatore di Metropolis, che la sera del 30 settembre nella sede del giornale di Castellammare di Stabia, durante  un’animata discussione sulla convocazione del consiglio d’amministrazione della cooperativa, ha colpito il redattore Michele Imparato e la praticante Elena Pontoriero. I due sono

andati all’ospedale San Leonardo, ottenendo un referto di tre giorni, e poi sarebbero passati anche dai carabinieri, ma non avrebbero sporto denuncia. La notizia arriva veloce alla redazione della Città e i giornalisti proclamano immediatamente quattro giorni di sciopero; il giornale non esce dal primo al quattro ottobre giorno nel quale è convocato a Roma un incontro tra editori vecchi e nuovi con i sindacati per avviare la fase operativa della cessione.

Donato Di Canto

Nella sede della Fieg a via Piemonte c’è grande folla, manca però Lombardi che ha incassato nello scorso marzo come patron della Casertana calcio un daspo, divieto di accedere alle manifestazioni sportive, inflittogli dal questore di Terra di Lavoro Francesco Messina.
La vicenda è stata ricordata il 27 settembre in una interrogazione indirizzata al presidente del consiglio dalla senatrice pd Rosaria Capacchione alla quale ha replicato a stretto giro l’avvocato Guglielmo Scarlato, che assiste Lombardi. Ed ora, con l'aggressione avvenuta a Metropolis, il compratore della Città ha rischiato di beccare un daspo anche nell’editoria.
Ma torniamo all’incontro romano. Per la Federazione editori c’è il dirigente Francesco Cipriani, mentre per la nuova società sono presenti la moglie, Elena Scarlato, e la figlia di Lombardi, Margherita, amministratrice della Sogepim, la srl che controlla il 70 per cento delle Edizioni Salernitane che pubblicherà La Città, Vito Di Canto e il figlio Donato, che detiene l’altro 30 per cento, l’amministratore delle Edizioni Rosario Alfano e due consulenti

Marco Moroni

del lavoro. Folta anche la squadra che schiera il gruppo l’Espresso determinato a chiudere al più presto la cessione; ci sono il capo del personale Roberto Moro, il suo vice Romeo Marrocchio, il direttore dei quotidiani locali Marco Moroni, Roberto Bernabò, direttore editoriale Finegil, la catena dei quotidiani locali del gruppo l’Espresso, e Domenico Galasso, consigliere per la Finegil delegato a occuparsi della divisione Centro Sud,

ormai azzerata. Chiudiamo il lungo elenco con i sindacalisti. Per la Federazione della stampa il segretario Raffaele Lorusso (che en passant ha ricordato l’interrogazione della Capacchione e l’aggressione avvenuta a Metropolis), Daniela Scano della giunta esecutiva Fnsi e il funzionario Gianpaolo Gozzi, poi il segretario del sindacato campano Claudio Silvestri, il consigliere Fnsi Gerardo Ausiello e il cdr della Città formato da Luigi Amati, Gianni Giannatasio e Enrico Scapaticci
Parole tranquillizzanti dai vecchi editori, impegni a investire da parte dei nuovi, richieste di garanzie sulla piena continuità aziendale, tutela giudiziaria inclusa per redattori e collaboratori, da parte del cdr, ma per ora poche certezze, mentre gli impegni dovranno essere messi su carta nell’incontro dell’undici ottobre sempre nella sede della Fieg per arrivare alle firme per la cessione.
Passiamo ora alle poche notizie emerse. Elena Scarlato ha assicurato che la

sua famiglia non ha alcun interesse a impegnarsi nel quotidiano Metropolis e che lei il 3 ottobre si è dimessa da vicepresidente del consiglio d’amministrazione della cooperativa che edita il giornale. Sul fronte della pubblicità il 10 ottobre ci sarà l’incontro per firmare con la Manzoni la prosecuzione del contratto. Per la sede lo spostamento avverrà al più tardi nel prossimo mese di marzo quando scade il contratto degli uffici

Gerardo Ausiello

oggi utilizzati. Sul direttore si è pronunciato Vito Di Canto dando la notizia che sarà il giornalista che ha fondato e diretto La Città per sei anni dal 1996, Andrea Manzi, creando sorpresa tra i dirigenti del gruppo l’Espresso che il primo novembre del 2002 lo licenziarono in tronco.