Su Lembo l'attenzione
del Csm e del ministero

IL 3 OTTOBRE il Sindacato dei giornalisti campani, con il sostegno della Federazione della stampa, ha organizzato un sit in davanti alla procura di Salerno, guidata da Corrado Lembo, per protestare contro il sequestro dei telefonini della giornalista Rosaria Federico, collaboratrice del quotidiano La Città, che si era rifiuta di rivelare al pm Silvio Marco Guarriello la fonte di un suo articolo sulle indagini relative all’omicidio del sindaco di Pollica Angelo

Vassallo, che dopo sei anni sono in un vicolo cieco.
Dopo la manifestazione nella sede della Città c’è stata un’assemblea di redazione con il direttore

3 ottobre. Sit in del sindacato giornalisti davanti alla procura di Salerno

Stefano Tamburini, il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti , il consigliere della Federazione della stampa Gerardo Ausiello, e il segretario del Sindacato regionale Claudio Silvestri e il presidente del direttivo Armando Borriello. I sindacalisti hanno denunciato “l’attacco inaccettabile alla libertà di stampa che ricorda periodi bui della storia del nostro Paese” e hanno assicurato che il comportamento della magistratura e delle forze dell’ordine verrà approfondito in tutte le sedi. E va segnalato come fatto molto positivo che su una questione così delicata, superando miopie di bottega, ha preso posizione netta anche il Mattino di Alessandro Barbano che ha pubblicato in fascia alta di prima pagina un commento di Vittorio Del Tufo. Chiaro il titolo: “L’inchiesta flop / Caso Vassallo punire i killer non i cronisti”; chiare le argomentazioni: “la tutela del riserbo di un’indagine non può essere esercitata con metodi che rischiano di configurare o quantomeno di apparire come un arbitrio”. 
Per far conoscere “l’arbitrio” Rosaria Federico ha indirizzato un esposto di

Rosaria Federico e Silvio Marco Guarriello (*)

sette pagine con una dettagliata ricostruzione della vicenda ai ministri della Giustizia Andrea Orlando e dell’Interno Angelino Alfano, al presidente del Consiglio superiore della magistratura, al procuratore e al questore di Salerno. Il segretario

del sindacato regionale Silvestri, d’intesa con Giulietti, il 4 ottobre ha chiesto un incontro urgente al sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore. E le segnalazioni non sono cadute nel vuoto. Il Csm, stando ad autorevoli fonti romane, avrebbe già aperto un fascicolo, mentre il ministro Orlando nei giorni scorsi ha telefonato al procuratore di Salerno.
I giornalisti hanno incontrato Lembo nel suo ufficio due volte: la prima, il 30 settembre, quando sono andati in procura Ausiello e Silvestri; la seconda, il 5 ottobre, con Tamburini e Silvestri. In entrambi i casi il procuratore si è difeso sostenendo che il suo ufficio “ha agito secondo responsabilità, trasparenza e in difesa di un principio costituzionale come quello dell’obbligatorietà dell’azione penale” e che l’intervento sulla giornalista si era reso necessario per tutelare l’incolumità di un collaboratore di giustizia. Su un punto però tra il primo e il secondo incontro Lembo ha parzialmente corretto il tiro. Il 30 settembre si è assunto tutte le responsabilità, aggiungendo “questa procedura

l’ho seguita io personalmente”; il 5 ottobre ha preso le distanze da quanto era successo chiarendo che non poteva controllare il lavoro di tutti i pm.
Le spiegazioni fornite però non convincono perché se c’era l’esigenza di tutelare un collaboratore di

Claudio Silvestri e Stefano Tamburini

giustizia non si capisce perché l’intervento di pm e polizia arriva la sera del 22 settembre, con la convocazione della giornalista, quando l’articolo era stato pubblicato il 29 giugno.
Ci deve essere allora un’altra spiegazione e una ipotesi la fornisce l’occhiello del commento pubblicato dal Mattino: “L’inchiesta flop”.  Un giudizio molto duro sul lavoro svolto in sei anni dalla procura di Salerno condiviso, pur se con parole diverse, da tutti i giornali che si sono occupati delle indagini sull’assassinio del ‘sindaco pescatore’. Chi l’ha espresso con una sintesi davvero tranchant è stato il direttore della Città Stefano Tamburini che il 5 settembre, sesto anniversario dell’omicidio, ha titolato la prima pagina “Vassallo, uccisa anche la giustizia”.  


(*) Da www.casertace.net