Pompei e Ercolano

Arrivano dalla Ue i soldi per “preservazione, mantenimento e miglioramento” del sito archeologico di Pompei. Sono 105 milioni che serviranno per tentare di mantenere in piedi ciò che ha resistito per duemila anni all’eruzione del Vesuvio, all’usura dei secoli, a tempeste e piogge torrenziali. Forse sarà costruita anche qualche toilette pubblica, che per un beffardo gioco del destino non esistono più da quelle parti dal 79 dopo Cristo: in quello stesso anno eruttò il Vesuvio e morì Vespasiano, l’imperatore che legò indissolubilmente il proprio nome agli orinatoi pubblici sui quali aveva imposto una tassa. Forse per rispetto all’imperatore defunto non ce ne sono più e i turisti giapponesi, sempre bene educati, devono trattenerla fino a quando tornano la sera in albergo.
Ma abbiamo divagato e torniamo all’attualità. Il 29 marzo il Mattino web guidato da Paolo Barbuto (con un team formato da Marco Piscitelli, Cristiano Tarsia e Chiara Graziani, appena arrivata al posto di Maurizio Cerino trasferito al settore Italia Esteri) ci informa di questa lava di milioni che serviranno a preservare, migliorare, eccetera.
Puntuali i commenti soddisfatti dei presidenti di Regione e Provincia, Stefano Caldoro e Luigi Cesaro.
Puntuale la foto che correda il servizio, una suggestiva immagine con il vulcano sullo sfondo.
Puntuale anche l’errore: foto suggestiva, però non raffigura Pompei ma Ercolano. È vero, sempre area vesuviana è, un cumulo di  macerie vale l’altro, un morto pietrificato di Pompei è lo stesso di Ercolano e nessuno si accorge della differenza. Un terremoto è terremoto sempre e certi paesini distrutti, specie in Irpinia, sono uguali oggi a come erano nel 1980. Si potrebbero utilizzare le loro immagini in un prossimo servizio sul turismo archeologico o sugli stanziamenti per i siti , giusto per rinnovare l’archivio fotografico e non mettere sempre la solita foto di Ercolano. Sempre macerie sono.

Ruy Vaz
 

Marco Piscitelli

Cristiano Tarsia
Stefano Caldoro
Luigi Cesaro