Rai, in pensione
Luise e Porcelli

DAL PRIMO aprile Silvio Luise non compare più nel foglio delle presenze Rai di via Marconi; ha raggiunto l’accordo con l’azienda ed è andato in pensione. Napoletano, cinquantanove anni da compiere il 15 aprile, da trentaquattro professionista, Luise, dopo due contratti a termine, viene assunto in Rai nell’agosto del ’79 sulla casella liberata dal pensionamento di Luigi Compagnone. Alle spalle ha l’esperienza allo sport che ha seguito per

l’emittente locale Telenapoli dove ha svolto il praticantato, ma in Rai viene assegnato alla cronaca ed è nella squadra che si occupa del terremoto. Ha la casacca socialista ed è vicino al leader dei giornalisti Rai targati Garofano, Pietro Vecchione; comincia a


Ernesto Mazzetti e Pietro Vecchione

fare sindacato, prima come comitato di redazione, poi per due mandati è nel direttivo dell’Usigrai, dal 1986 con Angela Buttiglione, Giuseppe Giulietti e Michele Santoro. Nel 1986 viene promosso capo servizio (e in redazione ci sono polemiche violente, con minacce di sciopero, perché Luise è membro del cdr insieme a Giuseppe Mariconda e Massimo Milone; altri tempi: un anno fa i cdr Ettore De Lorenzo e Rino Genovese hanno guadagnato i gradi durante il mandato sindacale grazie anche al silenzio assenso della redazione); un paio d’anni più tardi arriva lo scatto a vice redattore capo.
Dal 1987 alla guida della redazione c’è Ernesto Mazzetti, che ha preso il posto di Baldo Fiorentino e che spedisce Luise a seguire lo sport; nelle intenzioni era forse una emarginazione, in realtà è una grande ribalta perché sono gli anni migliori di Maradona e dei due scudetti del Napoli. Nel 1991 viene promosso redattore capo e negli anni successivi è vicario del numero uno di via Marconi Giuseppe Blasi. Poi si ferma, abbandona la sfida con il democristiano Milone per la successione a Blasi al vertice della redazione e riemerge nel febbraio del 1999 quando parte Neapolis, la rubrica quotidiana sulle nuove tecnologie, unico spazio nazionale pensato e realizzato dai giornalisti di Napoli. L’esperienza va avanti per dieci anni, con risultati di


Angela Buttiglione e Michele Santoro

ascolto soddisfacenti; ma forse per questo motivo nel giugno 2010 Neapolis viene eliminata. Da allora, e sono passati quasi tre anni, Luise è stato messo in frigorifero a non far niente, retribuendolo però con lo stipendio da capo redattore con il massimo degli scatti. Uno spreco

da centinaia di migliaia di euro che in nessuna altra azienda sarebbe tollerato e di cui dovrebbero rispondere il direttore generale, i direttori della Tgr, la testata giornalistica regionale, Maccari e Casarin e Massimo Milone, che è stato il capo della redazione di Fuorigrotta fino a due mesi fa.
Della sua situazione Luise ha più volte informato l’azienda fino ad avviare con l’assistenza dell’avvocato Domenico D’Amati un’azione giudiziaria contro la Rai per dequalificazione professionale. Ora sono tutti contenti e la vicenda è chiusa. “Mi sento davvero sereno, – dichiara Luise a Iustitia – e, dopo quaranta anni il sabato di pasqua, per me penultimo giorno di lavoro, ho smesso anche di fumare”. E forse alla serenità ha contribuito l’accordo raggiunto con la Rai: secondo le voci di via Marconi, tra diritti maturati e danni professionali facilmente certificabili l’azienda avrebbe pagato una liquidazione lorda superiore ai 600mila euro.
Qualche giorno prima di Luise è andato in pensione anche il vice redattore capo ad personam Gianni Porcelli, avellinese di Atripalda, professionista dal ‘95, che il 25 marzo ha compiuto sessantacinque anni. È meno sereno Porcelli e a Iustitia dichiara: “con l’assistenza dell’avvocato Angela Amatucci, ho

comunicato alla Rai la mia intenzione di rimanere in servizio e ho anche presentato una richiesta di risarcimento danni per dequalificazione professionale: nel 2004 sono stato trasferito ad Avellino come redattore residenziale, uno spostamento che doveva


Domenico D'Amati e Giuseppe Giulietti

essere di breve durata ed è invece diventato definitivo”. E il 18 maggio va in rampa d’uscita Nicola Muccillo che compie sessantacinque anni, ma sembra deciso a cercare di rimanere in servizio. Intanto il capo della redazione Antonello Perillo ha comunicato che il 22 aprile presenterà il piano editoriale.