“Censura” a Storace
per notizie non vere

IL 18 APRILE il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, assistito dall’avvocata Caterina Malavenda, dovrà presentarsi davanti al giudice della quarta sezione del tribunale di Milano per l’udienza di comparizione predibattimentale e rispondere di diffamazione a mezzo stampa. Secondo la pm Maria Letizia Moccaro nell’articolo pubblicato il 21 dicembre del 2021 dal Corriere on line Fontana ha infatti omesso di

esercitare il controllo necessario a impedire che venisse offesa la reputazione di Shawan Jabarin”, un attivista palestinese accusato senza fondamento di essere un

Shawan Jabarin e Francesco Storace

terrorista e addirittura l’organizzatore di un attentato in cui perse la vita una giovane israeliana, Rina Shnerb.
Il Corriere della Sera non è stato l’unico quotidiano a riprendere senza effettuare nessuna verifica le notizie non vere lanciate il 21 dicembre 2021 da una nota dell’ambasciata di Israele in Italia. Tra questi Il Tempo, diretto da Davide Vecchi. Jabarin, assistito dall’avvocato del foro di Napoli Nicola Quatrano, ha querelato tutti i giornali che hanno riportato le notizie false, come il quotidiano di via Solferino e il giornale capitolino che fa capo al gruppo Angelucci.
Nel luglio scorso la procura di Milano ha concluso il suo lavoro, la procura di Roma non ancora. Il consiglio di disciplina dell’Ordine del Lazio ha invece rapidamente completato l’esame dell’esposto presentato contro Francesco Storace autore dell’articolo (“Laura Boldrini ci porta in guerra con Israele. Rabbia per le Ong palestinesi: sono terroristi”) dedicato a Shawan Jabarin e a Laura Boldrini pubblicato dal Tempo.
Il secondo collegio del Disciplina laziale (presidente Andrea Balzanetti, segretaria Roberta Feliziani, relatore Antonio Panei) ha ascoltato

Andrea Balzanetti e Roberta Feliziani

Storace, accompagnato dagli avvocati Tiziana Polverari e Rossella Schiavottiello, che ha provato a minimizzare le sue responsabilità, sostenendo tra l’altro che:

l'attribuzione erronea dell'attentato a Jabarincostituisce un mero errore di trascrizione del nominativo Jabarin in luogo di Samer Arbid”.
Il collegio ha ricordato che “per la Suprema corte ai fini del corretto esercizio del diritto di cronaca, il giornalista non può utilizzare come fonte informativa dei propri articoli le notizie pubblicate da altre testate senza sottoporle a un’attenta verifica”. Ha quindi dispostola pena della censura a carico di Francesco Storace”.