Ufficio stampa Rai, un muro di gomma

Se dovete scrivere un articolo sulla Rai, vi do un consiglio: non perdete tempo a contattare l’ufficio stampa dell’azienda guidato da Fabrizio Casinelli. L’affermazione può sembrare forte, ma si basa sulla mia esperienza, anche recente.
Vi racconto l’ultimo episodio. Cerco documenti e notizie, chiamo l’ufficio stampa e parlo con Riccardo, uno dei tanti giornalisti che vi lavorano. La risposta è quella di sempre: ci mandi una mail e la sottoporremo subito a Casinelli. Dall’invio della mail trascorrono cinquanta ore e quattordici telefonate, che mi danno l’opportunità di parlare ancora con Riccardo, con Rita e con Valentina. Non arriva però nessuna notizia e il ritornello è sempre uguale: Casinelli ha girato la sua richiesta alla direzione Risorse umane; appena ci sarà una risposta la contatteremo. Dopo le cinquanta ore sono trascorsi diversi giorni, ma l’ufficio Risorse umane, diretto da Valerio Fiorespino, ancora tace.
In un paese normale l’ufficio stampa di una qualsiasi azienda, anche se deciso a non dare notizie (e non se ne capisce il motivo), avrebbe la cortesia o, fate voi, l’educazione di dare subito uno stop alla richiesta, senza sprechi di mail e di telefonate.
Invece a viale Mazzini i comportamenti arroganti sono consentiti perché non c’è il rischio che qualcuno in Rai, dal presidente Anna Maria Tarantola e dal direttore generale Luigi Gubitosi in giù, chieda spiegazioni o pensi addirittura a sanzioni.


(*) Da www.dagospia.com
 
Fabrizio Casinelli *
Anna Maria Tarantola *
Luigi Gubitosi