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Libero, 25 maggio 2002:
"Il festival degli stipendi"
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di Gianluca Marchi
La storia dell'Authority delle telecomunicazioni non è fatta
solo di spese un po' allegre da parte di qualche commissario. È
anche una vicenda di gestione piuttosto strana del personale. E poi
ci sono i due nuclei specializzati della Polizia postale e della Guardia
di Finanza ridotti al ruolo di uscieri e di segretari factotum dei
commissari, anziché essere impegnati in indagini che non sono
mai state fatte. Ma questa è tutta un'altra storia, che racconteremo
in un'altra puntata. Diamo oggi un'occhiata all'uso del personale.
Le stranezze cominciano (...)
(...) fin dall'inizio, cioè quando l'Autorità quasi
neonata ancora si riunisce nella sede provvisoria del Comune di Napoli,
a palazzo San Giacomo. Il 24 marzo 1998, con verbale della riunione
n. 5 del Consiglio dell'Autorità viene approvata una delibera
in cui sono indicati i criteri di assunzione, con contratti a tempo
determinato, degli assistenti dei commissari. Si stabilisce (relatore
è il professor Silvio Traversa) che gli assistenti in possesso
di laurea da più di cinque anni ottengano un livello funzionale
di prima fascia, stabilito poi nel 26° livello con una retribuzione
di 130 milioni lordi annui. Agli assistenti laureati da meno di cinque
anni viene invece attribuito un livello funzionale di seconda fascia
(dal 15° al 20°) e una retribuzione compresa fra i 90 e i
110 milioni lordi all'anno. A tutto ciò si aggiunge il rimborso
spese per vitto, viaggi e alloggio in alberghi a quattro stelle (a
Napoli l'Holiday Inn del Centro direzionale).
Stabiliti i criteri, subito si deroga a essi, tanto che gli assistenti
dei commissari Traversa e Pilati vengono ammessi alla fascia più
elevata nonostante che, nel momento dell'assunzione, siano laureati
da meno di cinque anni.
Ma il caso più clamoroso è quello dell'assistente del
commissario Alfredo Meocci, Giuseppe Baracchi di Verona che, il 3
giugno 1998 viene inserito fra gli assistenti laureati con uno stipendio
di 98 milioni lordi annui, rimborso spese da Verona a Napoli. E tutto
ciò nonostante il Baracchi non sia laureato, come dimostrato
dal fatto che successivamente ha partecipato, per sanare la sua posizione,
alla selezione per il personale operativo, livello a cui sono ammessi
i diplomati (ma lo stipendio è rimasto lo stesso).
C'è una nutrita vena veronese che alimenta l'Authority. Dalla
città dell'Arena nell'autunno del '98 arriva Umberto Benezzoli,
attuale direttore del dipartimento risorse umane e finanziarie e capo
del personale. All'epoca Benezzoli era il segretario generale della
Fiera di Verona che, essendo entrato in conflitto con l'allora presidente,
ha trovato uno sbocco nell'Authority napoletana con il beneplacito
del commissario Meocci, che a Verona era ed è uomo di punta
del Ccd.
Del giro fa parte pure un giornalista che entra nell'Authority allo
stipendio annuo di 145 milioni lordi nonostante sia contemporaneamente
collaboratore del sindaco Michela Sironi e curatore di una rubrica
prodotta per RaiTre dalla sede Rai di Venezia. È quest'ultimo
incarico che fa sorgere qualche perplessità: per un certo periodo
il professionista in questione opera indistintamente sia per il controllore
che per il controllato.
Più di un interrogativo lo solleva anche la vicenda della dottoressa
Maria Pia Caruso. Come dimostrato dagli stralci che pubblichiamo in
questa pagina, la signora in questione nel gennaio del 1999 è
un funzionario dell'Albacom Spa, società di telefonia soggetta
al controllo dell'Authority. L'anno successivo ritroviamo la dottoressa
Caruso nelle vesti di direttore dell'ufficio operatori e contenuti
dell'audiovisivo, editoria e multimedialità dell'Autorità
per le Garanzie delle Comunicazioni. In altri termini la nostra funzionaria
ha compiuto il salto dal controllato al controllore, fatto irrituale,
ma di per sé non portatore di anomalie. La curiosità
della storia risiede però altrove: Maria Pia Caruso, classe
1964, viene inserita al 30° livello dirigenziale - con uno stipendio
che, nel novembre 2000, le porta in busta paga un netto di 13 milioni
e 370 mila -, ben sette livelli più in alto del suo diretto
superiore, il capo del Dipartimento vigilanza e controllo, dottoressa
Emilia Visco.
Cose strane che accadono all'Authority delle Telecomunicazioni , come
strana è la storia di effettuare una selezione del personale
dipendente del ministero delle Comunicazioni con esperienza nelle
funzioni di controllo e poi creare incertezza e disinformazione verso
alcuni di coloro che avevano superato l'esame. A quale scopo? Forse
quello di farli rinunciare all'incarico a cui avrebbero avuto diritto?
Il tutto, viene il legittimo sospetto, magari per favorire assunzioni
con nomi diversi?
Facile prevedere la risposta dell'Authority. Già ieri, dopo
il nostro primo articolo sull'uso allegro delle carte di credito,
ha replicato parlando di "dati manomessi", ma annunciando
l'avvio di una verifica interna. Oggi, probabilmente, si dirà
che nella gestione del personale è tutto regolare. Sarà
anche così, ma ci piacerebbe ascoltare questo giudizio dai
magistrati. Intanto, però, prendiamo atto che il ministro della
Funzione pubblica Franco Frattini, titolare di materie come il conflitto
di interessi e il riordino delle authority, da poche settimane ha
inviato a Napoli come segretario generale il consigliere di Stato
Alessandro Botto che, insieme a Giuseppe Scribano, sta passando al
setaccio le carte prodotte da Enzo Cheli e dalla sua allegra brigata:
poche sul fronte delle funzioni spettanti all'Autorità, parecchie
sul piano delle spese di funzionamento. |
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