Repubblica Napoli,
gelo su De Magistris

NEL GIORNO DEL trionfo di Luigi De Magistris c’è un solo giornale a Napoli che piazza in prima pagina un’intervista a Gianni Lettieri: è la Repubblica partenopea guidata da Giustino Fabrizio. Scelta dettata dal fair play, da un’intesa profonda con l’ex presidente provinciale degli industriali o

da cos’altro? E allora cerchiamo di capire.
Il 31 maggio i giornali di centro sinistra e di sinistra sono in festa. Vediamo qualche titolo: La disfatta di Berlusconi (La Repubblica); Non ci posso credere ((il manifesto); Grazie Italia (l’Unità); E adesso


Giustino Fabrizio e Gianni Lettieri

vattene (il Fatto Quotidiano). Anche i quotidiani di centro e di destra fotografano la debâcle di Berlusconi: Il centro destra perde da Milano a Napoli (Corriere della sera); Chiagne e non fotte (Libero). Passiamo ai giornali locali: Scossa a Napoli, De Magistris sindaco (Il Mattino); “Napoli liberata” (Corriere del Mezzogiorno); Stravince De Magistris (Roma); De Magistris sindaco (Cronache di Napoli); De Magistris, ecco l’ultimo re (Repubblica Napoli). Un titolo che vuole essere brillante e invece fa emergere un distacco e lascia intravedere un fastidio per il nuovo Achille Lauro. Paradossalmente, con Stravince De Magistris, c’è più calore nella titolo del Roma, il giornale di Italo Bocchino, e nell'editoriale di Marco Demarco sul Cormezz intitolato: “Travolti dal nuovo”.
Con il Roma a destra, il Cormezz sul centro destra, Cronache concentrato sulle vicende della nera e della giudiziaria, il Mattino che occupa una centralità istituzionale, Repubblica Napoli avrebbe il monopolio in Campania sul versante del centro sinistra. Ma a leggere le pagine del giornale non si ha


Fulvio Martusciello e Conchita Sannino

questa impressione.
Una conferma eclatante arriva ancora da Repubblica Napoli del 31 maggio. Giustino Fabrizio scrive a caldo il fondo sul trionfo del centro sinistra e lo titola: Ha scassato ora deve ricostruire. Un titolo da incidente automobilistico, un titolo

acido, anzi un titolo ostile che non avrà scosso più di tanto De Magistris e il suo staff, perché in due mesi di campagna elettorale hanno avuto modo di misurare l’attenzione a loro riservata da Repubblica Napoli, ma che avrà lasciato di sasso i lettori di Repubblica che lunedì sera hanno festeggiato la vittoria a piazza Municipio e il giorno dopo volevano leggere sul ‘loro’ giornale le cronache e i commenti del trionfo elettorale.
Persino Giustino Fabrizio si sarà convinto di avere partorito un titolo acido, anzi ostile perché, non si sa se sollecitato da lettori o da richiami arrivati dalla redazione centrale, sul giornale on line il primo titolo sparisce e viene sostituito da un titolo più neutro: “Il tornado De Magistris”. Il testo però rimane identico ed è un testo ambiguo e cerchiobottista, con un incipit singolare: “Trionfo personale di de Magistris, sconfitta netta di Berlusconi”. Ma l’avversario di De Magistris era Lettieri, che esce massacrato dal confronto raccogliendo un misero 35 per cento, e non era Berlusconi candidato capolista a Milano e non a Napoli. E Fabrizio riesce anche nell’impresa di non nominare neanche una volta Lettieri nelle sessantaquattro righe del suo fondino. Perché?
Del resto che l’ex presidente degli industriali godesse di un occhio di riguardo

da parte dei vertici della redazione della Riviera di Chiaia si era capito sin dai primi giorni della campagna elettorale.
È il 9 marzo, si vanno schierando le forze in campo e partono primi colpi di assaggio.  L’ex numero uno di Confidunstria Antonio


Ottavio Ragone e Claudio Velardi

D’Amato, come è nel suo stile, fa roteare subito la scimitarra e va all’attacco del candidato annunciato del Pdl: ritengo Lettieri non soltanto non capace, ma neanche idoneo a concorrere alla sindacatura di Napoli. Una bocciatura senza appello, che verrà riproposta da D’Amato in vari passaggi della campagna elettorale, anche con appoggi diretti e convinti al candidato del Terzo Polo Raimondo Pasquino e poi con il sostegno al ballottaggio a De Magistris. Il duello tutto interno a Confindustria Campania trova grande spazio sui quotidiani napoletani (il 10 marzo il Mattino dedica una lunga intervista a D’Amato) e dovrebbe essere molto appetibile per Repubblica regionale; invece la scelta di Fabrizio è un pezzo anonimo con tre colonnine di testo costruite impastando le agenzie.
Nelle settimane successive la linea politica dell’edizione campana di Repubblica viene gestita da Fabrizio insieme al vice Ottavio Ragone e alla giornalista di fiducia dei capi, Conchita Sannino, mentre diventa marginale il ruolo dei cronisti politici Roberto Fuccillo e Ottavio Lucarelli, che dopo il voto, visto il successo elettorale ottenuto dal fratello Alberto, uno degli uomini


Antonio D'Amato e Emiliano Fittipaldi

di punta della squadra di De Magistris, è passato ad occuparsi della Regione, mentre le vicende del Comune sono affidate a Fuccillo. Persino nel forum con i quattro aspiranti sindaci tenuto in redazione il 4 maggio Fuccillo e Lucarelli non compaiono, mentre nel

fotone pubblicato dal giornale ci sono i quattro politici di profilo schierati intorno a Fabrizio e Sannino. E quando il 26 aprile Antonio D’Amato, intervistato dall’inviato del Corriere della sera Fabrizio Roncone, spara ad alzo zero sul candidato del Pdl, Lettieri per replicare altrettanto duramente (“D’Amato è un vecchio trombone”) viene ospitato dalle colonne di Repubblica Napoli con dichiarazioni raccolte da Conchita Sannino.
Ma sfogliando la collezione degli ultimi tre mesi di Repubblica Napoli non si ottiene una risposta chiara alla domanda iniziale. Molte le voci che si rincorrono; tra queste addirittura un possibile incarico a un giornalista nella giunta di Lettieri a palazzo san Giacomo, come del resto aveva annunciato mesi fa Clemente Mastella, orientato a nominare assessore Marco Demarco. In ogni caso gli ottimi rapporti con Fabrizio sarebbero riconducibili direttamente a Lettieri, o, in via subordinata, a Claudio Velardi, regista della campagna comunicazione dell’ex presidente di Confindustria Napoli, o al vice sindaco in pectore Fulvio Martusciello. Resta comunque l’anomalia di alcuni

articoli. Facciamo soltanto un esempio: il 14 aprile l’Espresso diretto da Bruno Manfellotto, pubblica su Lettieri l’inchiesta più completa apparsa negli ultimi mesi e la firmano Emiliano Fittipaldi e Gianfrancesco Turano. La risposta dell’aspirante


Alberto Lucarelli e Bruno Manfellotto (*)

sindaco sulle pagine del settimanale romano viene polverizzata dai due giornalisti che confernano tutte le notizie pubblicate, mentre il 16 aprile Repubblica Napoli, con un articolo firmato da Conchita Sannino, dà grande spazio alle argomentazioni del candidato del Pdl. Ed è sorprendente che un quotidiano dello stesso gruppo editoriale titoli la replica di Lettieri alle notizie dell’Espresso “Veleni contro di me di gruppi di potere frustrati”.

(*) Da www.primaonline.it