Rottura alla Città e
due giorni di sciopero

NEL POMERIGGIO del 2 maggio l’assemblea dei redattori del quotidiano di Salerno La Città ha proclamato all’unanimità tre giorni di sciopero dopo un incontro tumultuoso con uno dei due editori del giornale, Vito Di Canto, mentre l’altro, Giovanni Lombardi, che con il 70 per cento ha la maggioranza delle Edizioni Salernitane, non si fa vedere da mesi. Il 4 maggio i giorni di astensione dal lavoro sono poi stati ridotti a due come segnale di distensione per riprendere il dialogo con l’azienda.
Al centro del confronto aspro in sostanza due nodi: la riduzione del compenso per il lavoro domenicale e l’affidamento esterno, tutto ancora da decidere, di uno, due o tre pezzi importanti (il web, le pagine nazionali curate fino al 30

aprile dal vecchio editore, lo sport).
La trattativa va avanti da più di un mese. Il 30 marzo gli editori hanno consegnato al comitato di redazione (Gigi Amati, Gianni Giannattasio, Enrico Scapaticci) una proposta di riorganizzazione del lavoro e il giorno successivo c’è stato un incontro cui hanno preso parte gli editori Vito Di Canto e il figlio Donato, il direttore amministrativo Giuseppe Carriero, il consulente del lavoro Lorenzo Laduca, il

Giovanni Lombardi

segretario del Sindacato unitario giornalisti campani Claudio Silvestri, il consigliere della Federazione della stampa Gerardo Ausiello, il direttore Andrea Manzi e la redazione.
Nella settimana di pasqua, il 12 aprile, c’è il cambio di sede, dalla periferia al centro di Salerno, a piazza Sant’Agostino, in un intero piano di proprietà della Provincia che ospita la redazione e gli uffici della Manzoni, la concessionaria della raccolta pubblicitaria. Intanto un incontro fissato per metà aprile salta per il trasloco e i problemi tecnici che comporta.
Nuovo rendez-vous il 27 aprile con le stesse formazioni, con la sola assenza dei Di Canto, mentre il giorno prima l’azienda ha finalmente consegnato il piano industriale. Grazie soprattutto agli aggiustamenti e alle limature dei sindacalisti e del direttore Manzi la soluzione sembra vicina e si ipotizza di siglarla in un incontro da tenere a Napoli nella sede del Sugc alla fine della settimana successiva.
Poi l’aggrovigliarsi di voci rende il clima molto caldo: gli editori sono spaccati e Lombardi vuole portare all’esterno della redazione le macchine del web; stanno trasferendo il server; le cronache della Salernitana calcio, segmento pregiato della cronaca cittadina considerato il tifo che circonda la squadra, verrebbero affidate a un service di totale fiducia di Lombardi che da anni punta a diventare proprietario della società granata. E le riunioni a ripetizione dei giornalisti riscaldano ancora di più gli animi, si proclama lo stato di agitazione e si annuncia un pacchetto di scioperi; a sostegno della redazione c’è anche una nota del sindacato, fino allo show down del due maggio, seguito dai comunicati dell’assemblea e del Sugc.
Il 3 maggio il dialogo riparte con una telefonata tra Silvestri e Vito Di Canto;

Donato Di Canto

da qui la decisione di ritirare il terzo giorno di sciopero e di fissare un incontro tra le parti da tenere a Napoli l’undici maggio. La base dell’accordo potrebbe prevedere un taglio sui domenicali; la gestione del web interamente affidata alla redazione ma senza l’assunzione di un praticante che gli editori avevano in un primo momento annunciato; lo sport gestito dai giornalisti della Città, Salernitana inclusa, con la serie A e tutte le trasferte dalla serie B in giù

coperte dal service; per le pagine nazionali un collegamento telefonico nella riunione della mattina del direttore con i giornalisti del service per comunicare le pagine da preparare, oltre a quella abituale delle tv.
Infine due riflessioni. La prima. Editori non ci si improvvisa e Di Canto e Lombardi, e gli uomini che li assistono, stanno dimostrando una comprensibile inesperienza. Lo certificano i sei mesi di esordio alla Città e, prima, alcuni passaggi della trattativa per l’acquisto del giornale dal Gruppo L’Espresso, che da una settimana si chiama Gruppo Gedi. Un solo esempio. Dall'autunno era noto che il 30 aprile il vecchio editore avrebbe sospeso la fornitura delle pagine nazionali, eppure sono arrivati impreparati all’appuntamento.
La seconda riflessione riguarda i giornalisti. C’è qualcuno tra i redattori e i graduati che non ha ancora metabolizzato il cambio di editore, non ha capito che, per utilizzare una metafora calcistica, non si gioca più in una squadra di vertice della serie A, ma in una onesta formazione di B che deve stare attenta a evitare un’ulteriore  retrocessione. Non c’è spazio quindi per posizioni di rivincita, impossibili ritorni al passato o per richieste non più adeguate alla nuova dimensione aziendale, ma è necessario lavorare con spirito costruttivo per evitare la tentazione di colpi di mano da parte di chi non è particolarmente abituato al confronto.