"Fratello Giovanni", il testo definitivo

Caro direttore,
nel “Tam tam” del 17 febbraio ho letto con incredulità l’attribuzione, da parte del Corriere del Mezzogiorno, a Francesco Petrarca del verso “Questo di tanta speme oggi mi resta” di Ugo Foscolo.
Mi piace precisare tuttavia che il sonetto in questione “In morte del fratello Giovanni” riportato da Iustitia non corrisponde a quello da noi tutti studiato al liceo.
Questa infatti è la prima stesura del 1803; nel 1816 il Foscolo vi apportò talune variazioni sostituendo all’ottavo verso “se” al “sol” e modificando al tredicesimo verso “almen le ossa” con “l’ossa mie” oltre a numerosi segni di interpunzione. Questo le dovevo “in morte della mia professoressa del liceo”.

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Ugo Foscolo