C'è ancora nebbia su via Caravaggio

Il 5 novembre il Mattino è andato in edicola con allegato, costo 2,80 euro, il quinto libriccino della collana ‘Noir napoletano’, curata dal giornalista Gianpaolo Santoro ed edita da M&M, dedicata ai casi di nera più noti degli ultimi decenni. Nel volumetto (55 pagine di formato 10 per 16,5 cm), scritto dal cronista di giudiziaria del Mattino Giuseppe Crimaldi viene raccontata la ‘strage di via Caravaggio’.
Ricordiamola in breve: nella notte del 30 ottobre 1975 vennero uccisi nella loro casa di via Caravaggio, la strada che da Fuorigrotta sale verso il Vomero, i coniugi Domenico Santangelo e Gemma Cenname, la figlia di lui, Angela, e lo yorkshire Dick. Per la strage venne condannato in primo grado il nipote della Cenname, Domenico Zarrelli, poi assolto con formula piena in Cassazione. Quattro anni fa, dopo l’arrivo di un esposto che segnalava la presenza di reperti importanti sulla strage negli archivi del tribunale di Napoli, l’allora procuratore aggiunto Giovanni Melillo riaprì le indagini e nell’agosto dell’anno scorso venne diffusa dal Mattino la notizia che le analisi “avrebbero dato come risultato l’individuazione del profilo genetico di Zarrelli”, che però, per il principio del ‘ne bis in idem’, non poteva essere riprocessato per lo stesso reato.
Tutto chiaro e definito, quindi? La risposta è no. La ‘strage’ era in scaletta come terzo libriccino della collana, ma i dirigenti del Mattino e l’editore M&M hanno fatto slittare l’uscita di due settimane e le ultime pagine sono andate in edicola con una serie di omissis, pur trattandosi di atti giudiziari pubblicabili. 
Gli omissis certo non sono stati chiesti dai familiari di Zarrelli che è definitivamente fuori dalla vicenda giudiziaria; e allora chi oggi, a quaranta anni dalla strage, teme ancora i fantasmi di via Caravaggio?

Enrico Lottara
 
Gianpaolo Santoro
Giuseppe Crimaldi
Giovanni Melillo