Al Messaggero licenziato
Caputi, capo dello sport

NEL POMERIGGIO del 29 ottobre al Messaggero è esplosa una notizia bomba seguita da un silenzio totale. L’azienda ha comunicato a Massimo Caputi, il volto più noto del giornale e capo dello sport, il licenziamento per ‘giusta causa’, l’unico possibile durante lo stato di crisi, e il direttore Massimo Martinelli ha informato il comitato di redazione (Elena Panarella, Fabio Rossi, Riccardo Tagliapietra e Federico Fabrizi per le sedi distaccate e i collaboratori contrattualizzati). Poi c'è stata una interruzione delle comunicazioni. Il direttore si limita a nominare Romolo Buffoni reggente dello sport con Gianluca Cordella vice. Il cdr tace in attesa di conoscere la versione di

Caputi; il licenziato sta probabilmente utilizzando questi giorni per capire con i suoi avvocati come muoversi; la redazione è al buio e nessuno ha chiesto finora la convocazione di una assemblea.
Romano, cinquantanove

Romolo Buffoni e Gianluca Cordella

anni da compiere a dicembre, Caputi è un iperdinamico che ha sempre svolto più attività contemporaneamente. Per averne conferma basta scorrere la sua biografia a partire dall’attività di dj quando era ancora a scuola alla presenza nell’emittenza televisiva romana fino a Telemontecarlo (1986) e alla Rai (2001). E nel 2005, quando viene spedito come inviato a seguire la terza edizione de ‘L’isola dei famosi’ è protagonista di vari episodi di pubblicità mascherata: ai collegamenti si presenta infatti con le magliette di ‘Gatta ci cueva’, la marca di abbigliamento della moglie Roberta Sciubba. Alla Rai l’iniziativa costa una condanna per pubblicità occulta e a Caputi una multa di 57.100 euro.
Nell’agosto del 2013 approda al Messaggero, fortemente voluto dall’amministratore delegato del giornale Azzurra Caltagirone, con la qualifica di redattore capo e responsabile delle pagine sportive. E l’incarico destò grande sorpresa perché non aveva grande esperienza di giornali e gli era stato assegnato un settore delicato come lo sport che insieme alla cronaca è uno dei due pilastri del quotidiano. Probabilmente alla carta stampata non si è appassionato neanche negli anni successivi continuando a preferire schermi tv e nuovi media. Il risultato sono state pagine sportive che non erano più brillanti come negli anni precedenti.
Torniamo alla domanda centrale: perché è stato licenziato? Secondo il sito professionereporter.eu, coordinato da Andrea Garibaldi, ex inviato

Massimo Martinelli e Alvaro Moretti

del Messaggero e del Corriere della Sera, solitamente molto informato sulle questioni del quotidiano di via del Tritone “Caputi, da capo dello sport del Messaggero, ha continuato a occuparsi di molte altre cose, come conduzione di

trasmissioni tv e radio, presentazioni di libri e dirette Facebook per grandi imprese. Buona parte della redazione ha considerato che la sua presenza al giornale potesse essere più continua. Non erano cordiali (eufemismo, ndr) i rapporti con il vice direttore Alvaro Moretti, che viene da una lunga esperienza a Tuttosport e al Messaggero ha la delega su sport e spettacoli”.
Tutto vero ma anche tutto stranoto da anni agli editori e al direttore. Allora ritorna la domanda: perché il licenziamento “per giusta causa”?