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Strenua difesa
di Napoletano
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E ORA COME faranno al Mattino? Eh, sì, perché la vergognosa parabola discendente e poi la miseranda caduta della testa di Gennarino Sangiuliano ha lasciato un bel vuoto nella redazione di Torre Francesco. Vuoto nei cuori, ma anche nelle colonne del giornale. Dunque siamo qui a domandarci: con che cosa sostituiranno quel profluvio di adulazioni e cortigianerie sotto forma di articoli (puntualmente corredati da foto di Genny sorridente, anche più di una al giorno) con cui sono state cantate |
le mirabolanti gesta del nuovo genio italico, l’impareggiabile ministro della Cultura?
Il fatto è che se il ministro camerata fin dall’inizio del suo mandato ha goduto di un trattamento di superfavore da parte del Mattino, è soprattutto dal 4 maggio scorso, da quando cioè la direzione del giornale è stata assunta da Roberto |
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Roberto Napoletano |
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Napoletano, che le sperticate e commosse lodi per ‘o ministro hanno assunto forme quasi ossessive, maniacali, compulsive. E dal 6 settembre, giorno in cui Gennarino si è dimesso gettando la spugna, Napoletano vive la sua vedovanza con risentimento e baldanza (da far venir i lucciconi agli occhi l’editoriale in prima pagina in cui rivendica l’amicizia con il ministro camerata, di cui ovviamente celebra le ineguagliabili imprese). Chi lo conosce sa che Roberto Napoletano è uno che quando abbraccia una causa non la molla (almeno fino a quando non cambia il vento della politica o non cambia l’editore). Così, nei giorni e nelle settimane della bufera mediatica sul caso Boccia-Sangiuliano, Il Mattino a direzione Napoletano all’inizio affronta energicamente l’imbarazzante vicenda a modo suo, in stile Minculpop: tacendo, non pubblicando nulla, neanche un trafiletto. Poi, quando diventa ormai impossibile far finta di niente, Il Mattino dà voce alle sole smentite di Sangiuliano e il 3 settembre basta la parola della camerata Giorgia che difende il ministro camerata a far decidere a Napoletano che il caso si può dire chiuso “Sgombrato il campo dai dubbi”, assicura l’occhiello di un titolo relegato in posizione bassa a pagina 9. (Vedi anche il corsivo del Fatto Quotidiano).
Il 4 settembre, visto che il caso non è per niente chiuso, la prima pagina del Mattino è un capolavoro di asetticità cronistica. E sotto un titolo autoassolutorio (“Mai dato un euro pubblico a Boccia”), Adolfo Pappalardo firma un pezzo che dovrebbe sondare “le reazioni del territorio” e il cui titolo sgombra di nuovo il campo dai dubbi: “Pompei, |
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Maria Rosaria Boccia |
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dal sindaco al sovrintendente: ‘Qui nessuno ha fatto più del ministro’”. Santo subito.
L’elaborazione del lutto, si sa, può essere lunga. Ma se è la capa Giorgia a dire: “Morto il re, viva il re. Si è dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo ministro”, allora pure al Mattino dovranno pure asciugarsi qualche lacrima. Certo che non |
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sarà facile. E i sentimenti non c’entrano per niente: perché Sangiuliano era l’uomo su cui pare che puntasse lo stesso padrone editore del Mattino, Francesco Gaetano Caltagirone, che lo avrebbe voluto come successore di De Luca alla guida della Regione Campania. Candidatura improponibile ormai. Sic transit gloria mundi. |
Dionisio Alicandro |
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