Nel salone delle feste della Rai di Napoli in via Marconi,  ricorda qualcuno dei presenti, aleggia una sapida eco di caciocavallo del  Terminio, un nostalgico richiamo del capocollo di Montecalvo Irpino mentre in  lontananza, come una sirena ammaliatrice, si percepisce lo sfrigolio dei  puparuoli abbottonati.  
Il 22 aprile Antonello  Perillo, capo della redazione napoletana, alla presenza del direttore della  testata giornalistica regionale Alessandro  Casarin,  illustra il piano per lanciare la sfida al colosso televisivo di Rupert Murdoch, pur consapevole di  avere una redazione ridotta all’osso che può contare appena su 45 unità. Un po’  come pretendere di fare le nozze con i fichi secchi, per restare in tema  gastronomico.  
 Nella relazione Perillo tocca gli argomenti fondamentali, ma tra  tutti quello che emoziona particolarmente è il richiamo alle rubriche che hanno  contribuito a costruire la leggenda del tg Campania. Ed ecco spuntare il nome  tanto atteso e  la comunicazione tanto temuta: Antichi Sapori è seguitissima da un pubblico  particolarmente affezionato. Il nome resterà legato al collega Nicola Muccillo che l’ha ideata,  personalizzandola puntata dopo puntata nel corso degli anni. Al momento dovuto  faremo qualcosa di simile, con un nome diverso e con sfumature diverse.  
Anche se fingete di essere distratti avete capito bene: il  18 maggio Muccilo va in pensione e con lui se ne vanno gli antichi sapori. Ma  come per tutti i miti restano gli insegnamenti, resta la strada indicata e tante  volte percorsa in furgoncino tra i viottoli polverosi, innevati o assolati  della regione: forse ci saranno delle varianti, nomi e sfumature diverse, come ha detto Perillo con parole accorte  per non turbare. Forse gli scialatielli con i ceci diventeranno ceci e tubetti,  forse la zuppa di fagioli all’aglianico si sposerà con il Fiano di Antonio  Mastroberardino oppure con il  Pallagrello bianco delle Terre del Principe prodotto da Giuseppe Mancini insieme alla moglie  Manuela Piancastelli, ex giornalista del Mattino.   Ma soprattutto il sabato non ci sarà più Nicola ad alzare il calice alla fine di  ogni puntata augurando buon appetito dal ristorante o agriturismo che  gentilmente sta ospitando la troupe televisiva. E soprattutto cambierà il nome.  Come è usanza ritirare la maglia del fuoriclasse che appende le scarpette al  chiodo, Perillo appende la forchetta e il tovagliolo di Muccillo, come Milan,   Juventus e Napoli fecero per Franco Baresi, per Alessandro Del Piero e per il divino Diego Armando Maradona.  
Antichi sapori  forse diventerà Nuove Tendenze Gustative, il mito si cristallizza, ma un’era si  chiude per sempre. E nulla sarà più come prima.                  |