Uno zainetto molto capiente

Nell’agosto del 2009, al momento di insediarsi, il direttore del Mattino Virman Cusenza chiese rigore massimo da parte di tutti sia nella scrittura e nella confezione del giornale: “dobbiamo combattere una certa tendenza all’approssimazione diffusa tra noi meridionali”. A distanza di quattro anni e mezzo e con un nuovo direttore, il suo messaggio non è riuscito ancora a radicarsi, soprattutto nell’edizione on line. 
Il 13 dicembre il mattino.it pubblica una storia di ricatti con furto, sciatta fin dall’incipit. Spesso viene usato il pronome maschile, anche quando sarebbe necessario il femminile, in questo caso , forse per non sbagliare, accade l’inverso: “L'ha tempestata di telefonate dicendole che poteva aiutarla a ritrovare la sua macchina a patto che avesse fatto l'amore con lui e le avesse dato 1000 euro”. Si passa poi alla scrittura da mattinale della questura: “«beccato» in flagranza dagli agenti agli ordini del dr. Mauro Fabozzi, dirigente del Commissariato Prenestino”.
Per chiudere con un colpo di teatro: “in uno zainetto gli investigatori hanno recuperato alcuni effetti personali della vittima e la copia della macchina della donna”, dal che si evince che lo zainetto doveva essere ben capiente per contenere la copia di una automobile.
Ma come scrivono questi giornalisti? E soprattutto il regolamento interno del Mattino on line vieta agli autori degli articoli, e agli eventuali deskisti, di rileggere i testi?

Francesco Toralta

Il Mattino on line del 13 dicembre

 
Virman Cusenza