Camici e tailleurs

Tutti a darsi di gomito e a fargli i complimenti (“sei ringiovanito, hai uno sguardo sbarazzino e il ciuffetto ti sta proprio bene”). Qualche altro, perplesso e imbarazzato, cercava con discrezione di individuare tracce di rimmel sul camice bianco. Lui, il professor Giuseppe D’Aiuto, direttore del dipartimento di senologia dell’ Istituto Pascale (o Pascal per gli intellettuali, o Pasquale per i leghisti che odiano il dialetto napoletano), non riusciva a capire cosa stesse accadendo. L’ha scoperto il 30 giugno, quando ha dato uno sguardo alla rassegna stampa del giorno precedente: un trafiletto annunciava un convegno su “Le Breast Unit e la rete senologica” presso la sede dell’ospedale collinare, con la partecipazione di specialisti della ricerca oncologica, un assortimento di indispensabili assessori, del ministro per le Pari Opportunità, la fotografatissima Mara Carfagna e, naturalmente, dello stesso primario, di cui il trafiletto “meeting organizzato  da Giuseppe D’Aiuto (nella foto)” riportava un’immagine sbarazzina e in tailleur bianco. Un tailleur bianco panna, castigatissimo, come si usa di questi tempi infestati da ballerine e aspiranti starlettes che disturbano il premier Silvio Berlusconi al telefono a tutte le ore e che per una comparsata in qualche soap opera andrebbero a cena finanche con Brunetta o con Maroni.
Un tailleur bianco, simile ad un camice, certo, ma…quegli intriganti denti a coniglietto non sono i suoi, no. Chiarito l’equivoco provocato dal colore: quello non era D’Aiuto, ma proprio la Carfagna (vestita nessuno in redazione l’aveva riconosciuta).
Domanda finale: quale giornale ha commesso lo scambio di persona? Immaginiamo la vostra risposta. No, non è stato il Roma. D’Aiuto in tailleur è opera del Mattino, nelle pagine della cronaca cittadina, che il 29 giugno cerca (chissà) di acquisire qualche benemerenza che potrebbe tornare utile in futuro. Hai visto mai…
Ma già dal giorno prima la redazione del Chiatamone risuona di allegri rumori di zoccoletti e chiusure di valigie: si elabora il piano ferie 2008 tra recupero corte e malattia. Facendo bene attenzione a rientrare di domenica, per rispetto dei colleghi che partiranno successivamente. Si cerca di pianificare il lavoro. E laddove possibile di anticiparsi qualche pezzo.
C’è il resoconto del solito premio d’estate; questa volta i giurati sono soprattutto magistrati: Alemi, Di Pietro (Lucio), Galgano, Lepore, Miller, Ricciardi. Seicento invitati al Reale albergo dei poveri, con premiazione, cena di gala e cabaret di Rosalia Porcaro. È il premio nazionale Arycanda per la Cultura 2008 che “premia i napoletani che offrono un’immagine positiva della città”. Ricevono il giusto riconoscimento il cardinale Crescenzio Sepe, Silvana Fucito, Sergio Assisi e Antonio Ascione.
Gran bella serata. Per chi non c’era ci ha pensato “la troupe della tv di Stato francese”, ci riferisce il cronista del Mattino, forse già in bermuda, che riporta la notizia nella pagina del professor D’Aiuto in tailleur bianco.
Quando si dice un’organizzazione efficiente: i francesi già sapevano che il 1 luglio sarebbe stata liberata Ingrid Betancourt e che non avrebbero avuto il tempo di mandare una troupe al Premio Arycanda, in programma il 3 luglio. E quindi devono aver fatto le riprese in anticipo di qualche giorno. Anche il Mattino ha riportato la notizia dell’evento (“sono stati premiati”) quattro giorni prima che si svolgesse la cerimonia. E Sepe, Fucito, Ascione e Assisi hanno ritirato il premio il 28 giugno, senza saperlo.

Hans Schnier
 
Mara Carfagna
Renato Brunetta
Lucio Di Pietro
Arcibaldo Miller
Ugo Ricciardi
Rosalia Porcaro
Silvana Fucito