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Le notizie? Gliele
abbiamo date noi |
Nei vecchi manuali di giornalismo si insegnava che “cane morde uomo” non è una notizia, ma il contrario sì. La pratica giornalistica, poi, insegna che le fonti istituzionali forniscono le notizie ai cronisti.
Beh, il 17 giugno, in occasione della sparatoria avvenuta in serata ad Afragola, è successo il contrario, almeno nella chat dell’ufficio stampa del comando provinciale di Napoli dei carabinieri, retto dal generale Enrico Scandone. “Qualche minuto fa – informano i marescialli Antonio Siano e Vittorio D’Errico - in via Francesco Russo due persone sono state ferite da colpi d’arma da fuoco. Non abbiamo altri dettagli”. Sono le 20,25. L’informazione è tempestiva, e i cronisti apprezzano. Ma poco meno di 30 minuti dopo ecco che i ruoli si invertono: “qualcuno dei giornalisti sul posto, – scrivono in chat i militari – da fonti anche PS, riferisce che i due feriti sarebbe stati aggrediti da africani. Quindi potrebbe essere che i due episodi sono collegati”. Il particolare si rivelerà esatto. Il 20 giugno le forze dell’ordine fermeranno un 22 enne del Togo.
Diciamoci la verità, per i cronisti di nera, abituati a pendere dalle labbra degli uomini in divisa per quel particolare in più che la velina non fornisce e che le procure omettono, è stata una soddisfazione. Le notizie? Gliele abbiamo date noi. |
Jean de Joinville |
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Enrico Scandone |
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