Il consigliere azzurrissimo

Diceva il poeta, personaggio dei film di Luciano De
Crescenzo
, che na finta ‘e Maradona scioglie ‘o sanghe dint’e vvene. E si sa che il cuore, come sosteneva Blaise Pascal, ha le sue ragioni che la ragione non può comprendere. Succede anche a Antonello Perillo, capo redattore Rai a Napoli, perché dentro la sua giacca di rigoroso consigliere dell’Ordine dei giornalisti campani palpita un cuore azzurro, incurante dei quotidiani show contro la stampa sfoggiati da Aurelio De Laurentiis, presidente-padrone del Calcio Napoli talvolta prigioniero di deliri di onnipotenza che hanno suggerito a qualcuno di mutarne il cognome in Delirientiis. Accade così che su Azzurrissimo, il blog della famiglia Perillo (Antonello, Luca e Marco) ci sia la cronaca della crociata quotidiana del produttore cinematografico contro la stampa e il mondo del calcio in genere. A Dimaro, sede del ritiro della squadra in Trentino, il presidente incontra i tifosi saliti fin lassù in pellegrinaggio. E se i giocatori devono ancora sudare per raggiungere una condizione accettabile lui è già in gran forma: il delirio tracima e seppellisce tutti come una valanga.
Si va dal livello del Barcellona che “è tanto alto ma anche tanto stupido”, a Edinson Cavani che chiede l’aumento e “mi rompe i coglioni”, ai giocatori avidi e “io non faccio di mestiere il moralizzatore ma a volte me li guardo negli occhi e dico ”fatte un altro tatuaggio sul pisello se hai spazio”, a Stevan Jovetic che “se tentenna e pensa al Barcellona io lo mando affanculo”, al sindaco Luigi De Magistris che “ è un gran paraculo”, fino ai tric trac finali come si conviene ad ogni festa di piazza: “A Roma glielo abbiamo messo ar culo” (riferimento alla finale di Coppa Italia e qui forse Andrea Agnelli ha capito che deve ancora mangiarne di pane duro prima di potersi considerare un presidente).
A Dimaro l’incontro con i tifosi era informale e quindi Aurelio ne ha approfittato per far allontanare dalla sala il giornalista di Radio Marte Massimo D’Alessandro. La circostanza ha di fatto inaugurato la stagione 2012-2013 del safari-press, che nella scorsa stagione ha lasciato sul campo Titti Improta di Canale 21 (“Se vendo Ezequiel Lavezzi metto te nuda a centrocampo”), preceduta da un altro martire delle persecuzioni aureliane, Gianluca Monti della Gazzetta dello Sport, che lo scorso anno fece una domanda a Gokhan Inler e si sentì rispondere dal presidente: “tu rompi sempre i coglioni”.
Nessun sussulto da Perillo, consigliere dell’Ordine dei giornalisti campani. Eravamo sulla Costa Splendida (non noi, i cronisti sportivi) e Aurelio accolse i giornalisti con affabilità: “Non più di tre domande, ma non fate domande stupide”. Qualcuno, come Monti, le fece e finì come abbiamo visto. Gli altri abbozzarono risate e applausi. Dalle cucine si spargeva il profumo degli scialatielli ai frutti di mare. Era il mese di luglio, ma Babbo Natale sarebbe arrivato di lì a qualche mese con i doni. E doni ci sarebbero stati anche a Pasqua, con pacchi e pacchi di salmone affumicato. E anche allora sussultò solo il cuore del tifoso, perché il cuore conosce ragioni.

Hans Schnier
(*) Da www.telegiornaliste.freeforumzone.leonardo.it
 
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Titti Improta (*)