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Napolitano, a Positano
la polizia blocca i cronisti |
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PER I CRONISTI sta diventando complicato e pericoloso seguire gli spostamenti e raccogliere le dichiarazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Giovedì primo aprile l’appuntamento è a Positano, meta scelta dal capo dello Stato per qualche giorno di riposo con la moglie Clio all’hotel San Pietro,
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dopo un’assenza che dura da trentacinque anni. È una visita privata per i giorni della settimana di Pasqua e la squadra dei ‘quirinalisti’ diserta la trasferta in costiera amalfitana. Pochi i giornalisti schierati al seguito del presidente: il Mattino alterna Antonio Manzo e Petronilla Carillo della redazione di Salerno e il corrispondente da Amalfi |

Roberto Fuccillo e Antonio Manzo |
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Mario Amodio; Repubblica con Francesco Bei da Roma e i giornalisti della redazione di Napoli Roberto Fuccillo e Ottavio Lucarelli; per le agenzie Maurizio Dente (Ansa), Paola Sciarrillo (Apcom) e il collaboratore Gaetano De Stefano per l'Agi .
“Sin dal primo giorno – racconta uno dei cronisti presenti – la polizia adotta misure di sicurezza straordinarie nei confronti dei giornalisti, che hanno il divieto di avvicinarsi a meno di cento metri dall’albergo, mentre circolano liberamente turisti e residenti. Per fare qualche scatto il fotografo Pasquale Stanzione si arrampica su una roccia, cade e si fa male”.
Sabato va anche peggio. Alle 17 il presidente arriva a piazza dei Molini, lo attendono non più di dieci giornalisti, compresi fotografi e telecineoperatori; uomini della polizia e della sicurezza del Quirinale cominciano a spingere i cronisti. Si sentono le proteste e interviene Napolitano che fa avvicinare i giornalisti e dichiara: “Sono sereno sulla stagione che si va ad aprire”.
Meno sereni sono i giornalisti cui viene fisicamente impedito di avvicinarsi al presidente e hanno la netta sensazione di essere ‘marcati’ da poliziotti in borghese. “Per scambiare in tranquillità qualche impressione sulle cose da scrivere – dice una delle giornaliste – ci siamo rifugiati in macchina”. “Tra giornalisti ed addetti alla sicurezza – scrive l’Ansa nel pomeriggio di sabato - c'è stata ressa e spintoni e a qualche tv è stato impedito di riprendere immagini. Il presidente stesso è intervenuto per sedare gli animi”.
A Positano non c’erano problemi di sicurezza perché i cronisti erano pochi e tutti conosciuti; come spiegare allora la scelta sempre più frequente, e il problema non riguarda soltanto la scorta del presidente della Repubblica, di tenere lontani i giornalisti dalle persone che devono seguire e intervistare?
“È più comodo – osserva un esperto cronista politico - avere un’informazione |

Maurizio Dente e Paola Sciarrillo
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interamente sotto controllo ed è perciò preferibile dare spazio soltanto a interlocutori ‘affidabili’, ma questa linea in molti casi non è decisa dall’esponente politico o dal rappresentante delle istituzioni, ma dagli uomini del loro entourage, magari dal responsabile dell’ufficio stampa. Ed è una linea che non viene contrastata con la necessaria energia dai giornalisti che |
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accettano una posizione subalterna perché timorosi di rimanere isolati o perché precari, consapevoli che non scatteranno in loro difesa tutele sindacali o ordinistiche. E non è certo un caso che anche per la vicenda di Positano, nonostante siano stati informati e sollecitati a intervenire, non si è ancora sentita la voce dei presidenti di Ordine e Assostampa campani”. |