CAMORRA: DELITTO SILVIA RUOTOLO; CONFERMA ERGASTOLO A AUTISTA
(ANSA) - NAPOLI, 31 MARZO - È stata confermata la condanna
all'ergastolo per Mario Cerbone, ritenuto l'uomo che nel giugno
del 1997 a Napoli guidò una delle auto con cui raggiunsero salita Arenella i componenti del commando di camorristi che, durante una sparatoria, uccisero Silvia Ruotolo, vittima innocente dell'agguato. Lo ha stabilito la III sezione della Corte d'assise d'appello, presieduta da Omero Ambrogi, accogliendo la richiesta del procuratore generale Gerardo Arcese.
La sentenza rappresenta l'ennesima tappa di una lunga e contorta vicenda giudiziaria: per due volte, infatti, la Cassazione aveva annullato le sentenze emesse dai giudici di appello (una di condanna all'ergastolo, una di assoluzione) disponendo un nuovo processo.
Per errore oggi alcuni quotidiani hanno scritto invece che Cerbone era stato assolto,e, in relazioni a tali notizie, il presidente della Corte d'appello, Antonio Buonajuto, ed il procuratore generale facente funzioni, Luigi Mastrominico, hanno convocato i cronisti per un incontro chiarificatore. "Abbiamo il solo scopo - ha detto Buonajuto - di evitare la diffusione di notizie errate".
Nel corso dell'incontro il presidente della Corte d'appello ha anche letto la lettera inviatagli da Ambrogi. Il magistrato si lamenta infatti che in alcuni articoli "sono stati espressi giudizi estremamente critici sull'operato dei giudici, che non avrebbero approfondito lo studio degli atti processuali".
YBY-LN 31-MARZO-11 17:26
CAMORRA: OMICIDIO RUOTOLO, ERGASTOLO PER AUTISTA 'GRUPPO FUOCO'
(AGI) - Napoli, 31 marzo. - La terza Corte d'Assise d'Appello di Napoli, presidente Omero Ambrogi, ha condannato ieri all'ergastolo Mario Cerbone, componente del 'gruppo di fuoco' della camorra che l'11 giugno del 1997 uccise Silvia Ruotolo, una donna che tornava a casa. L'obiettivo dei sicari era il capozona Antonio Caiazzo. Cerbone, secondo il racconto del pentito Rosario Privato, guidava l'auto dove c'erano altri quattro assassini. Dopo un annullamento della Corte di Cassazione, viene dunque confermata la sentenza di primo grado dell'11 febbraio del 2001, diversamente da quanto riportato questa mattina da un quotidiano locale che aveva dato il
resoconto di una assoluzione. A riferire della condanna Luigi
Mastrominico, avvocato generale presso la Corte d'Appello di
Napoli (procuratore generale facente funzioni), e Antonio
Buonajuto, presidente della Corte d'Appello partenopea.
"Siamo stupiti perché la notizia pubblicata non è falsa - dice – è priva di fondamento perché la terza Corte d'Assise d'Appello ha confermato la sentenza all'ergastolo. Noi dobbiamo tutelare l'immagine dell'Ufficio e anche dei nostri magistrati che ne escono lesi per quanto è stato ricamato attorno a questa storia assurda".
Il processo principale, iniziato nel 1998, si è concluso con tre condanne, ormai definitive, all'ergastolo per il boss del quartiere Vomero Giovanni Alfano, mandante dell'agguato, e per uno del commando, Vincenzo Cacace, e a vent'anni per Raffaele Rescigno. (AGI)
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