Inpgi, c'è l'assalto
al bonus di 600 euro

IL PRIMO APRILE l’assalto degli aspiranti al bonus una tantum di 600 euro per il mese di marzo ha mandato in tilt i computer dell’Inps e per le domande dei giornalisti (8700 nelle prime 48 ore) è saltato anche il sistema informatico dell’Inpgi, l’istituto di previdenza di categoria.
La corsa si è scatenata perché è diventato operativo il decreto interministeriale del 28 marzo dei ministri Nunzia Catalfo (Lavoro e politiche sociali) e Roberto Gualtieri (Economia e finanze) che dà attuazione al decreto legge ‘Cura Italia’, che prevede la presentazione delle richieste dal primo al trenta aprile con una graduatoria stilata in

ordine cronologico.
Il governo ha stanziato 200 milioni (con un piccolo mistero: nel ‘Cura Italia’ lo stanziamento era di 300 milioni) destinati ai professionisti in difficoltà aderenti alle venti associazioni di categoria (ne citiamo

Marina Macelloni e Lazzaro Pappagallo

soltanto alcune: architetti, avvocati, geometri, notai, ragionieri più altre quindici); per i giornalisti gli iscritti all’Inpgi 2, in totale 45mila (di cui 25mila in regola con il versamento dei contributi), con determinate condizioni di reddito nel 2018 (fino a 35mila euro con attività limitata dai provvedimenti adottati per il Covid 19 e tra 35mila e 50mila euro per attività ridotta, sospesa o cessata a causa dell’emergenza epidemia).
Il blocco Inpgi è scattato per un errore tecnico (è stata indicata come indirizzo la email riservata alle varie prestazioni, pensioni incluse) a cui è stato posto rapidamente rimedio con un email dedicata esclusivamente alle domande (bonuscovid19@inpgi.it). È stato poi risolto un secondo errore sostituendo il primo modulo. Chi ha presentato la domanda con il primo modulo potrà mantenere la sua posizione nella graduatoria con l’invio del nuovo modulo con allegata la prima domanda.
Ogni settimana i singoli enti dovranno presentare l’elenco delle domande al ministero del Lavoro che potrà valutare anche se i fondi stanziati sono sufficienti. Su questo punto è intervenuto il segretario di Stampa romana Lazzaro Pappagallo che ha chiesto al governo di stanziare i fondi per coprire tutte le domande presentate, ricordando al primo ministro Conte le sue parole: “nessuno deve essere lasciato solo, nessuno deve essere escluso dal sostegno al reddito trovando e mettendo in campo su questo capitolo di spesa tutte le risorse necessarie”. 
Intanto il 27 marzo si è riunito il comitato amministratore di Inpgi 2 con la presidente Marina Macelloni, il vice Giuseppe Gulletta, Antonio Funciello per la presidenza del consiglio, Mauro Marè, in rappresentanza del ministero del Lavoro, e i consiglieri Nicola Chiarini, Stefania Di Mitrio, Ezio Ercole, Massimo Marciano e Orazio Raffa. Il comitato ha deciso, scrive in una nota il segretario del Sindacato dei

Stefania Di Mitrio e Giuseppe Gulletta

giornalisti campani Claudio Silvestri, “l’erogazione di un assegno una tantum di 500 euro in favore dei giornalisti iscritti in via esclusiva all’Inpgi 2 che nell’ultimo triennio abbiano conseguito un reddito compreso tra i 2100 e i 30mila euro e

che abbiano registrato nel trimestre marzo-maggio 2020 un calo dei compensi di almeno il 33 per cento rispetto a quelli conseguiti nel trimestre ottobre-dicembre 2019. La misura trova la propria copertura finanziaria nei residui dello stanziamento (un milione e 400mila euro, ndr) del programma di assistenza sanitaria integrativa avviato in collaborazione con la Casagit e pertanto l’indennità di 500 euro è riservato ai giornalisti che non abbiano già usufruito di tale vantaggio”.
È inutile comunque affrettarsi a presentare la richiesta perché saranno valide soltanto le domande arrivate dal primo giugno in avanti.