Archiviata querela
contro il sindacato

IL 25 NOVEMBRE il gip del tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone ha firmato un’ordinanza importante perché difende con chiarezza e con decisione la libertà di informare.
Il fatto. Un anno fa i media irpini danno notizia di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia dalla quale emergono rapporti allarmanti tra la criminalità organizzata e professionisti avellinesi. Tra questi ci sono anche alcuni avvocati di cui vengono fatti i nomi. I servizi non piacciono e ci sono dichiarazioni dure della Camera penale di Avellino.
Agli attacchi replicano con fermezza i vertici del Sindacato unitario dei giornalisti campani, il segretario Claudio Silvestri e l’allora presidente Gerardo Ausiello. Se non avessero pubblicato i nomi – scrivono in una notasarebbero stati omissivi venendo meno alla funzione della stampa

che è quella di informare i cittadini anche quando si tratta di raccontare notizie spiacevoli. Ai colleghi irpini diciamo di non lasciarsi intimidire e di andare avanti nella ricerca della verità”.
Il comunicato viene ritenuto diffamatorio dal

Gaetano Aufiero e Giancarlo Visone

segretario della Camera penale di Avellino, l’avvocato Gaetano Aufiero, che querela Silvestri e Ausiello. Concluse le indagini nei primi giorni di ottobre il pubblico ministero chiede l’archiviazione ma Aufiero presenta opposizione e si arriva così all’udienza del 25 novembre.
Il giudice, accogliendo la richiesta della procura, guidata dal reggente Vincenzo D’Onofrio, e dell’avvocato del sindacato Giancarlo Visone, archivia la denuncia perché “Gaetano Aufiero non appare legittimato a proporre querela in relazione al contenuto del comunicato stampa a firma degli indagati, il quale è indirizzato esclusivamente alla Camera penale di Avellino senza contenere alcun riferimento personale alle singole persone fisiche dei suoi componenti”. 
Nelle tre pagine dell’ordinanza Ciccone ricorda anche che “l’avvocato Aufiero nemmeno sarebbe legittimato, data la sua veste di segretario della Camera penale irpina, a sporgere querela in nome e per conto della stessa, posto che la rappresentanza di fronte ai terzi e in giudizio della predetta associazione spetta esclusivamente al presidente”.
Conclude infine che “in ogni caso, nel merito, la notizia di reato appare infondata, posto che l’espressione ‘intimidire’riferita dagli indagati (Silvestri e Ausiello, ndr) ai possibili effetti sulla libertà di stampa delle censure mosse dalla Camera penale irpina nel corso di una conferenza stampa alla decisione di alcuni organi di informazione locale che

Vincenzo D’Onofrio e Claudio Silvestri

avevano pubblicato i nomi degli avvocati indagati in un procedimento della Dda di Napoli, se nella comune accezione assume un indubbio rilievo lesivo, smarrisce, nella sede della polemica sindacale, ogni connotato

deteriore, esprimendo in modo immediato, pur se colorito, l’invito ai giornalisti a non farsi condizionare-intimorire dalle critiche rivolte dalla camera penale e ‘ad andare avanti nella ricerca della verità’, come testualmente si conclude il comunicato censurato”. 
Silvestri e Ausiello hanno diffuso un comunicato sulla decisione del giudice per ribadire che è stata confermata “la correttezza del documento del Sugc con cui si afferma la tutela del diritto di cronaca dei giornalisti irpini peraltro in un momento difficile per Avellino dove si respira un clima pesante a tutti i livelli nei confronti della stampa”. E si impegnano “a difendere, a schiena dritta, i colleghi e a respingere con forza i tentativi di condizionamento e le querele temerarie”.