Il Sugc è parte civile
per Esposito aggredita

È INIZIATO IL processo contro chi un anno fa aggredì la giornalista Luciana Esposito e sono ripartiti minacce e danneggiamenti all’auto della cronista. La prima udienza si è svolta il 20 ottobre davanti al giudice monocratico Concetta Cristiano della quinta sezione penale del tribunale di Napoli con imputati Giuseppe Cirella, la moglie Maria Rosaria Amato e

la figlia Carmela accusati di violenza privata e lesioni aggravate. In aula era presente anche l’avvocato Maurizio Sosti che si è costituito parte civile per conto

Napoli. Un murale del parco Merola a Ponticelli

del Sindacato unitario giornalisti della Campania, il cui rappresentante legale è il segretario Claudio Silvestri. “È la prima volta - dichiara Silvestri – che il Sugc è presente in tribunale accanto a una giornalista minacciata e aggredita e temo purtroppo che non sarà l’unica”.
Luciana Esposito, assistita dall’avvocato Emilia Granata, si è invece costituita parte civile nel corso dell’udienza preliminare tenuta il 13 giugno scorso quando, grazie anche ai referti medici presentati, è stato modificato e aggravato il capo d’imputazione che era ‘tentata’ violenza. Per ascoltare i testimoni il giudice Cristiano ha fissato la nuova udienza al prossimo 8 giugno.
Ora un veloce passo indietro per fornire qualche notizia sulla vittima delle minacce e sulla sua vicenda. Napoletana di Cercola, trentadue anni, una laurea in Scienze motorie all’università Parthenope, pubblicista dal 2014, Luciana Esposito lavora per vari giornali on line che si occupano di cronaca e di sport dal 2009 fino al dicembre 2014 quando fonda un suo sito di informazione quotidiana che si occupa dell’area est di Napoli con i quartieri di Ponticelli, Barra e San Giovanni. Tra i punti cui dedica maggiore attenzione c’è il parco Merola, a Ponticelli, una realtà degradata che viene via via recuperata grazie a un’attività di street art con una serie di murales dipinti sui palazzi che circondano il parco (li inaugura il sindaco De Magistris nel luglio 2015) e alle iniziative del comune di Napoli, sensibilizzato dalla giornalista, che consentono

Napoli. Un altro murale del parco Merola a Ponticelli

di restituire ai bambini del quartiere il campo di calcio. È un lavoro giornalistico con un forte impegno sul versante sociale che, diciamo così, non viene apprezzato da chi in quell’area decide tutto, il gestore di un

chiosco che è al centro del parco. L’insofferenza diventa violenza nei primi giorni del novembre 2015 quando Luciana Esposito viene aggredita dalla figlia del titolare del chiosco. Passa poco più di un mese, siamo al 21 dicembre, e la cronista va al parco a documentare la realizzazione del quarto murales; viene però bloccata all’ingresso e pestata da Cirella e dalla moglie, che cercano di trascinarla in macchina, ma lei riesce a scappare. È lunedì, giorno di mercato, tutti guardano e nessuno interviene. Si fa medicare al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania e il giorno successivo va al commissariato di polizia di Ponticelli a denunciare gli aggressori.