Giornalisti all’attacco
del questore Giuliano

VA AVANTI ORMAI da anni la linea della questura di Napoli, dal primo giugno 2019 guidata da Alessandro Giuliano, di attuare una progressiva riduzione delle notizie da fornire ai cronisti e mantenere una attenzione minima alla tempestività. Fino allo scorso maggio Giuliano si poteva nascondere dietro l’alibi di direttive tassative impartite dal procuratore Giovanni Melillo, poi promosso capo della Direzione nazionale antimafia. Saltato l’alibi, in undici mesi la situazione è addirittura peggiorata per scelta imputabile esclusivamente al questore.

Il 3 aprile, dopo le 19, in via delle Metamorfosi a Ponticelli sta passando con il suo scooter Bruno Solla considerato vicino al clan De Luca Bossa che viene affiancato e freddato da due killer. Dalla questura non arrivano segnalazioni e non si hanno notizie del

Fulvio Bufi e Giuseppe Crimaldi
questore e di Magdala D’Istria, capo dell’ufficio stampa. Un silenzio molto grave che arriva dopo altri episodi simili.
Il 4 aprile i vertici del Sindacato dei giornalisti campani (il segretario Fabrizio Cappella, il presidente Claudio Silvestri e il consigliere nazionale Gerardo Ausiello) decidono che la misura è colma e pubblicano un comunicato durissimo contro il questore, ricordando il comportamento corretto e tempestivo dei carabinieri e chiudendo con la richiesta di un incontro urgente indirizzata a Giuliano. La nota viene rilanciata dall’Ansa e messa in pagina con foto dal Mattino del 6 aprile.
Alla protesta dei giornalisti aderisce anche l’Usip provinciale, il sindacato Uil della polizia, che con il suo numero uno Roberto Massimo chiede al capo della polizia Lamberto Giannini di occuparsi di quanto sta succedendo in città e, se necessario, valutare l’opportunità di un cambio al vertice della questura di Napoli.
C’è infine una lettera indirizzata al questore da otto cronisti di primo piano della città. Questo il testo con le firme.

“Incredibile cortocircuito”

Illustre questore Giuliano,
chi le scrive ha qualche decennio di esperienza alle spalle per potersi rivolgere a lei con una lettera aperta.
Di fronte all'incredibile cortocircuito che nella serata di lunedì ha portato l'ufficio stampa della Questura a non divulgare la notizia di un omicidio avvenuto a Ponticelli il Sindacato unitario dei giornalisti della

Leandro Del Gaudio e Dario Del Porto

Campania ha stilato una nota che chiama direttamente in causa il rapporto tra fonti e organi di informazione. L'episodio non è inedito: già alla fine di gennaio si era verificato lo stesso blackout, e anche in quel caso un delitto commesso in strada alle

Case Nuove in un orario compatibile con il dovere di renderlo noto alla stampa era stato disatteso.
Chi le scrive vuole escludere il dolo - che sicuramente non c'è - alla base di queste "dimenticanze" che non sono certo di poco conto. E proprio per questo motivo ci sentiamo di sollevare - noi cronisti che seguiamo la nera e la giudiziaria da qualche decennio, e che ricordiamo quanta e quale fattiva collaborazione vi sia stata negli anni con la Questura di Napoli, con i suoi dirigenti e funzionari - l'obiezione che se i più elementari meccanismi che sovrintendono a un sano rapporto con il mondo dell'informazione sono saltati è forse per la grave disorganizzazione del suo ufficio stampa. Perché delle due l'una: se non c'è il dolo, c'è la colpa.
Probabilmente c'è un malinteso di fondo: qualcuno, in Questura, sottovaluta il ruolo delicato e fondamentale nella diffusione delle notizie. Un atteggiamento che colpisce il dovere di informare che hanno i giornalisti, e che manca di rispetto al diritto ad essere informati dei cittadini. Sorprende che lei lasci correre questa situazione di grave

disagio, che peraltro sovraespone l'intero Corpo della Polizia a un giudizio negativo e all'idea che si vogliano nascondere le notizie.
Sappia dimostrarci che così non è, ma con i fatti e non con le promesse che più volte e in diverse sedi ci siamo sentiti

Roberto Massimo e Gennaro Scala
ripetere. Riorganizzi l'ufficio, dia direttive chiare, e soprattutto capaci di garantire una costante, tempestiva e corretta comunicazione delle notizie. Continuare sulla china degli ultimi episodi citati non aiuta e non giova a nessuno.
  Cordiali saluti,

Titti Benduce
Fulvio Bufi
Giuseppe Crimaldi
Irene De Arcangelis

Leandro Del Gaudio
Dario Del Porto      
Nando Piantadosi

Gennaro Scala