“Tu vuo’ fa’ l’americano”, cantava Renato Carosone, incitando a lasciar perdere. Al Mattino, invece, vogliono fare i francesi, ed anche in questo caso sarebbe meglio lasciare stare.
Un articolo di domenica 2 giugno costituisce l’esempio plastico di come una notizia triste possa essere ulteriormente aggravata dalla sciatteria.
La morte a 93 anni del grande attore parigino Philippe Leroy avrebbe meritato forse un ricordo scritto da un giornalista diverso da Gloria Satta, visto quanto ha combinato.
Nell’incipit del pezzo scrive che è morto Philippe “Leory” e non “Leroy”, il quale non è certo il famoso attore francese da decenni di casa in Italia che nel ’90 ha sposato Silvia Tortora, la giornalista figlia di Enzo, scomparsa due anni fa.
Ma evidentemente Gloria Satta ha proprio un problema personale con la lingua francese perché, più avanti, rievocando i trascorsi militari di Leroy scrive che egli meritò la “Legion d’Onore” (in realtà ne ottenne addirittura due), altissima onorificenza francese, che la giornalista avrebbe potuto benissimo scrivere in italiano; ma ha voluto strafare e mal gliene incolse. Infatti l’ha definita “Legiond’ honnuer” e non, come in realtà è “d’honneur” (tralasciando il fatto che la “e” di “Legion” dovrebbe essere accentata chiusa, cioè “Légion”).
In questi casi, a Roma esortano: “Ahò, parla come magni!”. Anche se pure con l’italiano viene fuori qualche problema. Nell’elencare i film girati da Leroy cita anche la pellicola del regista Giorgio Capitani ‘Teste di quoio’, scritto proprio con la ‘q’.
Va infine ricordato che Gloria Satta è una firma storica del Messaggero e quindi il desk degli spettacoli del Mattino guidato da Federico Vacalebre, o non conosce il francese o ha messo in pagina il servizio senza neanche leggerlo. |