La Città, sulle ferie
editori inadempienti

A POCO più di un mese dall’accordo sottoscritto con i segretari della Fnsi Raffaele Lorusso e del sindacato campano Claudio Silvestri e con il comitato di redazione (Luigi Amati, Gianni Giannatasio, Enrico Scapaticci) gli editori del quotidiano di Salerno la Città Giovanni Lombardi e Vito Di Canto cominciano a operare forzature preoccupanti. Eppure con

l'accordo i giornalisti hanno accettato tagli consistenti ai compensi per il lavoro domenicale e festivo.
Nel testo dell’accordo c’è un passaggio preciso sulle pagine da produrre (ben precisando che la foliazione minima giornaliera – con esclusione del periodo estivo – rimarrà a n. 40 pagine”) ma evidentemente gli editori hanno cambiato idea. Attraverso il direttore amministrativo Giuseppe Carriero e il direttore

Raffaele Lorusso

responsabile Andrea Manzi, hanno infatti chiesto di mantenere la foliazione a quaranta pagine per l’intera stagione estiva, allungandola anche a settembre e ottobre, con l’eccezione delle due settimane a cavallo di Ferragosto e dei numeri del lunedì, senza provvedere a rafforzare l’organico con contratti di sostituzione. La conseguenza è che ogni redattore, per mantenere inalterata la qualità del quotidiano, non potrà fare più di due settimane di vacanza su un pacchetto che, a seconda dell’anzianità aziendale, è di sei o sette settimane che secondo il contratto di lavoro vanno consumate nel periodo che va da maggio a ottobre. E allora quando i giornalisti potranno godere della parte più consistente delle loro ferie?
La decisione di Lombardi e Di Canto è giunta peraltro a pochi giorni dall’inizio

Giovanni Lombardi

del già varato piano ferie con vacanze programmate, se non addirittura pagate, con l’intera famiglia. Note dolenti arrivano anche dal fronte economico. La quattordicesima non è stata pagata e lo stipendio di giugno non è arrivato, come da contratto, entro il 30 giugno, ma dovrebbe essere versato a fine luglio.
E anche i collaboratori registrano due mesi di ritardo nei pagamenti. Altrettanto grave è la notizia che non sarebbe stata versata

la parte più consistente dei contributi dovuti all’Istituto di previdenza e alla Cassa di assistenza sanitaria integrativa così come non c’è traccia di pagamenti al Fondo di previdenza complementare per i giornalisti che pure vedono ogni mese le trattenute indicate nella busta paga.