All'Avanti! orfano di Bettino
in arrivo i soldi dello Stato

IL 19 GENNAIO per i giornalisti de "L’Avanti!" è stato un giorno di dolore e di paura: dolore per la morte di Bettino Craxi, paura per il rischio concreto che il giornale venisse seppellito con l’esule di Hammamet. Poi sono arrivati segnali rassicuranti dai patron politici e ad aprile sono annunciati in arrivo, per il biennio 1997-98, ottocento milioni del finanziamento pubblico destinato ai quotidiani editi da cooperative di giornalisti.
L’Avanti! Aveva cominciato le pubblicazioni il 19 marzo del 1997 (giorno dell’onomastico dell’Eroe dei due mondi) per impulso e sostegno proprio di Craxi deciso a resuscitare la storica e gloriosa testata del socialismo italiano, fondata nel 1896 da Leonida Bissolati, diretta dal 1912 al 1916 da Benito

Mussolini e chiusa dallo stesso Mussolini nel 1926.
A dare concretezza alle volontà di Bettino hanno provveduto due napoletani: Sergio De Gregorio e Valter Lavitola. Il primo, quarant’anni a settembre, esordi giornalistici alla redazione napoletana di Paese sera quando aveva diciassette anni, pubblicista a venti, professionista a trentacinque, è stato spesso


Sergio De Gregorio

protagonista di vicende controverse, a volte inquietanti, spesso clamorose: nel 1982 dopo la liberazione dell’assessore della Regione Campania Ciro Cirillo, De Gregorio, insieme a due fotografi, Francesco Jovane e Gianni Fiorito, partecipa alla perquisizione del castello mediceo di Ottaviano di proprietà del capo della Nco Raffaele Cutolo, effettuata dai poliziotti diretti da Ciro Del Duca, capo della sezione anticrimine della questura di Napoli, guidata da Walter Scott Locchi; nel 1992 dalle pagine del Giornale di Napoli fa scoppiare lo scandalo dei "fidi facili" del Banco di Napoli concessi da Ferdinando Ventriglia alle mogli dei magistrati Luigi Frunzio, dall’ottobre scorso promosso pm antimafia alla procura della Repubblica di Napoli, Armando Cono Lancuba, attualmente sotto processo a Salerno per concorso esterno in associazione di stampo mafioso e corruzione, e Vincenzo Russo, di recente nominato presidente della terza sezione penale del tribunale di Napoli; nell’agosto di dieci anni fa è a Positano tra gli ospiti del parco dei Fiori, frequentato da magistrati potenti, avvocati famosi e dal boss di Fuorigrotta Antonio Malventi; nell’agosto del 1995 si imbarca a Napoli sulla nave Monterey in crociera nel Mediterraneo e fa scoppiare il caso Buscetta, documentando anche con foto sul settimanale Oggi, di cui era allora inviato, le vacanze del "pentito dei due mondi" in compagnia di moglie e figlio, e sulla strada del ritorno, a Catania, De Gregorio viene fatto sbarcare dalla nave perché ospite indesiderato.
Valter Lavitola, figlio di Giuseppe, psichiatra, docente universitario, autore di alcune perizie a Raffaele Cutolo, ha trentacinque anni e una laurea in Scienze Politiche. È grande amico di Bobo Craxi da quando entrambi militavano nella Federazione giovanile socialista; attualmente è consulente di una organizzazione interparlamentare, il comitato per lo Sviluppo sostenibile. Ma torniamo a L’Avanti!
A fine novembre del ’96 De Gregorio registra al tribunale di Roma la testata "L’Avanti!" introducendo l’articolo e lasciando il punto esclamativo (Bissolati si starà ancora rivoltando nella tomba) e, con Lavitola, avvia un lungo contenzioso con Roberto Sansò, curatore fallimentare dell’Avanti!, l'organo ufficiale del Psi. Ma il tribunale prima a Roma e poi a Napoli con varie sentenze darà loro ragione. Per il giornale De Gregorio utilizza una società napoletana nata nel ’95 come Medianet, trasformata nel febbraio ’97 in International Press, una società cooperativa a responsabilità limitata.
Nel marzo ’97 L'Avanti! esordisce con un giornale formato lenzuolo di quattro pagine in edicola tutti i giorni tranne il lunedì. Lavitola tiene per sé la carica di direttore generale e di presidente consigliere delegato, De Gregorio è il direttore editoriale. Per l'incarico di direttore responsabile de L’Avanti!, quotidiano guidato nel dopoguerra da uomini come Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Riccardo Lombardi e Sandro Pertini, la scelta cade sul napoletano Giovanni Lucianelli, socio con De Gregorio nella International Press. Poi il direttore responsabile viene coinvolto in una indagine della magistratura napoletana sui fondi europei e rinviato a giudizio con l’accusa di tentata truffa.
Nel marzo scorso Lucianelli viene sostituito e direttore responsabile diventa Fabio Ranucci, napoletano, trentatré anni, praticantato all’agenzia Rotopress, professionista dal ’92. "Il cambio di direzione – spiega De Gregorio – è stato


Giulio Di Donato

un avvicendamento di routine, anche perché eravamo 'la voce' di Craxi e quindi facile bersaglio di querele e citazioni. Tra gli altri abbiamo avuto denunce da Stefania Ariosto e Antonio di Pietro". Nello scorso dicembre L’Avanti! aveva in organico sette giornalisti: Sergio De Gregorio, redattore capo; i redattori ordinari

Giovanni Lucianelli e Fabio Ranucci, Giulio Di Donato, ex vice segretario del Psi negli anni d’oro di Craxi, redattore con meno di trenta mesi d’anzianità; due praticanti (uno è Umberto Brancaccio) e il collaboratore Angelo Cirasa, allievo di Lucianelli all’edizione napoletana del Tempo e ora con i Verdi all’ufficio stampa del presidente della provincia di Napoli Amato Lamberti. Il segretario di redazione è Raffaele Panico.
A tre anni dalla ripresa delle pubblicazioni, secondo i dati forniti dal direttore editoriale, la tiratura è di ventimila copie, con un venduto vicino al 20%; la distribuzione, curata dalla Società europea di edizioni spa, che fa capo a Paolo Berlusconi ed edita il Giornale, copre quasi per intero la rete nazionale delle edicole. "La raccolta pubblicitaria – dice De Gregorio – è affidata alla Pim (ex Stet, ex Mmp) che ci fattura ottocento milioni l'anno. Ciò nonostante abbiamo perdite intorno al miliardo che contiamo di ripianare con i contributi dello Stato".
La stampa de L'Avanti!, inizialmente avveniva a Napoli, alla Graphic processing di Renato Mazzoni ora vengono utilizzati due centri stampa, uno a Milano, l’altro a Roma, di proprietà di Luca Colasanto. A metà febbraio la International Press ha riorganizzato il vertice amministrativo, affidando all'ex sottosegretario socialista Francesco Colucci, l'incarico di direttore generale della società e confermando Lavitola amministratore unico. Una scelta che conferma e consolida l'orientamento politico del giornale. "Siamo aperti a tutte le anime del socialismo italiano, - dichiara De Gregorio - ma certo i nostri principali punti di riferimento politici sono Bobo Craxi, Gianni De Michelis, Giulio Di Donato e Francesco Colucci, che è il responsabile Mezzogiorno di Forza Italia".