Gli esami autoptici

La teoria di Andy Warhol la conoscete: per tutti, ma davvero per tutti, arriva prima o poi nella vita il quarto d’ora di celebrità. Anche per gli oscuri corrispondenti dei giornali, perché quei quindici minuti riscattano un’esistenza fatta di pezzi anonimi o al massimo siglati a pie’ di pagina su un colonnino.
A Giugliano il 7 febbraio una scheggia di fama è arrivata anche per il corrispondente del Mattino Mariano
Fellico
, fratello di Mauro, impiegato Casagit, giornalista pubblicista, attivo negli organismi della categoria e più avvezzo, nel suo piccolo, ai quarti d’ora di celebrità.
Succede che, nel giro di qualche settimana, vengono ammazzate e bruciate quattro persone nell’area nord napoletana, non a caso ribattezzata Terra dei fuochi. Anche a Varcaturo, in via Ripuaria: è un giallo, un
mistero
, riflette il detective Fellico sul Mattino: “gli inquirenti non si sbilanciano sull’identità della vittima e attendono gli esami autoptici”.
Ma il titolo, fatto da qualche redattore del Chiatamone che forse non ha avuto i rimborsi Casagit, recita: “Bruciato nell’auto, la vittima è un 32enne”. Nell’occhiello ci sono nome e cognome e, a scanso di equivoci, tre foto della presunta vittima: da solo, con la compagna, con la compagna e i figli. “Unica traccia – scrive il corrispondente – una protesi impiantata al femore sinistro”. Aggiunge che “secondo il racconto dei familiari dello scomparso anche il 32enne scomparso aveva avuto un intervento chirurgico.
E, dopo aver elencato altri punti oscuri, osserva: “Sono tutti interrogativi che solo le indagini dei carabinieri potranno dare risposte”.
Per adesso, avrebbe detto Thomas Edison, ma anche il maestro Alberto Manzi, si brancola nel buio. E quei quindici minuti sono terminati. Game over a Giugliano.

Puccio Gamma