|
 |
Su Libero sentenza
in versione integrale |
 |
IL 29 AGOSTO Libero, il quotidiano controllato dalla famiglia Angelucci e da tre anni diretto da Maurizio Belpietro, ha riservato l’intera pagina 18 e metà della 19 alla pubblicazione della sentenza depositata il primo agosto da Eugenia Serrao, giudice della prima sezione civile del tribunale di Roma, che ha condannato per diffamazione l’ex direttore di Libero Alessandro Sallusti e la Cooperativa editoriale Libero srl. E la condanna dei ‘diffamatori’ alla pubblicazione integrale della sentenza costituisce probabilmente una novità |
nel panorama della stampa italiana.
Vittima della diffamazione di Libero è il pubblico ministero della procura di Napoli Henry John Woodcock al quale il giornale degli Angelucci il 23 giugno del 2007 dedicò un articolo senza firma intitolato: “La valletta contro il Pm / “Costretta a dire il falso”. La ‘valletta’ del titolo è Elisabetta Gregoraci, ascoltata nel 2006 da Woodcock come parte offesa nell’ambito di un’indagine condotta quando era sostituto a Potenza.
Il giudice Serrao, dopo un dettagliato esame |
.jpg)
Alessandro Sallusti (*) |
|
dell’intero articolo, che riporta brani di dichiarazioni rese il 22 giugno 2007 all’Ansa dalla Gregoraci, ritiene non diffamatorie le modifiche apportate dal quotidiano al testo dell’agenzia tranne nel caso dell’espressione “è stato il pm a costringermi a dire certe oscenità”.
Con questa frase, sostiene il magistrato, si “attribuisce alle dichiarazioni effettivamente rese da Elisabetta Gregoraci una colorazione ulteriore, inducendo il lettore ad attribuire alla condotta del magistrato inquirente una valenza negativa, illecita, quasi a voler intendere che lo stesso abbia svolto con malizia e morbosità i propri compiti istituzionali, con abuso delle sue funzioni”.
E continua: “riportare le dichiarazioni di un terzo, sia pure tra virgolette, non riproducendo letteralmente le espressioni usate può assumere rilevanza ai fini del delitto diffamazione a mezzo stampa qualora l’alterazione delle dichiarazioni rese sia idonea a stravolgerne il significato. Qualora ciò avvenga, |
.jpg)
Maurizio Belpietro (**)
|
alla falsità formale della notizia si accompagna la falsità sostanziale del pensiero riferito, in tale caso venendo in rilievo l’elemento soggettivo del reato posto che, trincerandosi dietro l’artificio stilistico di riportare dichiarazioni rese da un terzo, il giornalista in realtà racconta un fatto non vero”.
Quindi la conclusione: “pertanto, nel caso in esame, il diritto di cronaca non risulta lecitamente esercitato per la mancanza di prova, anche presuntiva, del rispetto del limite, fondamentale, della verità della notizia”.
Infine la condanna: risarcimento di 30mila euro a |
|
Woodcock, assistito dal penalista Bruno Larosa e dal civilista Paolo De Vincenzo, da parte di Sallusti e della Cooperativa editoriale Libero srl, difesi da Antonio Conte, consigliere dell’Ordine degli avvocati di Roma; altri 20mila a carico del solo Sallusti, dall’ottobre 2010 direttore responsabile del Giornale; pubblicazione dell’intera sentenza su Libero entro trenta giorni dal deposito (e il quotidiano l’ha messa in pagina un giorno prima della scadenza); pagamento di ottomila euro di spese legali.
|
(*) Da www.dirittodicritica.com
(**) Da www.notizie.virgilio.it |
 |
|