"In(o)culare" il vaccino

Chiunque abbia un minimo di cultura cinematografica sa bene come vengono trasportati gli ovuletti della droga in aereo, per passare la dogana. Certo, è una tecnica anacronistica, ora che esistono gli scanner total body che svelano anche i più piccoli oggetti nascosti tra i vestiti. Ma, fino alla fine degli anni ’80, il metodo per portare la droga era uno ed uno soltanto: inserire i pacchetti nel retto. E pregare. Sì, perché i rischi sono enormi: se l’involucro del pacchetto si danneggia, può fuoriuscire la droga e essere assorbita dal corpo in enormi quantità. Migliaia di corrieri sono morti così. Ma i tempi cambiano e cambiano le priorità del mercato, gli inconfessabili desideri e le follie che faremmo pur di soddisfarli.
Ne sanno qualcosa nella redazione del quotidiano Ciociaria Oggi, diretto da Alessandro Panigutti, anche se non si tratta di droga stavolta, ma di qualcosa che nel 2020 ha un valore di mercato ancora più alto: il vaccino per il Covid 19.
Un articolo del 21 dicembre di autore ignoto ci informa, sia nella versione cartacea che nell’on line, che i primi a ricevere il vaccino nel Lazio saranno i vaccinatori delle Uscar, cioè coloro i quali a loro volta vaccineranno i medici e il personale delle Asl. L’intoppo è nella scelta del verbo, assolutamente esatto nelle intenzioni, ma che per un errore di battitura risulta evidentemente fuorviante: “i vaccinatori delle Uscar inizieranno ad ‘inoculare’ le dosi a medici, sanitari, ausiliari, personale delle Asl”. Lo sventurato autore ha purtroppo dimenticato di inserire la ‘o’ in “inoculare”, andando verso il disastro. Ormai era troppo tardi.
Mentre nella versione on line è stato possibile intervenire, sulla carta scripta manent. E così comincia la leggenda dei medici che trasportano, come i corrieri della cocaina, gli introvabili vaccini. Un brivido passa lungo la schiena dei sanitari: il vaccino è conservato a una temperatura di -80°. Brrr.

Macello Caliente

21 dicembre. Servizio di Ciociaria Oggi
 
Alessandro Panigutti