Gli artificieri del Cardarelli

Come stai messo a provolone?” ‘O cinese, dietro il banchetto allestito al rione Stella angolo piazza Cavour (pronunciato Càvur ), guardò sornione i due in camice bianco che gli stavano di fronte e ammiccò: “ Siamo coperti. Voi dovete soltanto comandare”.
E per la mortadella che ci dici?” incalzò uno dei due, infilando lo stetoscopio in tasca.“È arrivata stamattina” garantì il cinese, che doveva il soprannome alla passione per i fuochi pirotecnici.
A quanto?” “Dotto’, quanto vi stimo: per voi 400, ma la sto vendendo a 500”, rispose ‘o cinese, che per rafforzare il concetto aprì il palmo della mano, mostrando però soltanto le tre dita che gli erano rimaste dopo la mortadella del precedente San Silvestro.
I due medici, come ci informa Ansa Napoli in un lancio del 27 dicembre scorso, fanno parte di un gruppo di cinque sanitari del Cardarelli  che alla vigilia del 31 dicembre hanno dato vita ad una task force di specialisti per monitorare il Borsino dei botti, risalire all’origine dei nomi e, come per una qualsiasi pianificazione aziendale, analizzare il rapporto tra investimenti e target raggiunto. Uno studio da economisti più che da sanitari (“I medici hanno anche stimato in 40 milioni di euro il business che i fuochi alimentano ogni anno in tutta Italia)”, al quale ha fatto da sponda l’attento e partecipe Mariano Del Preite. Non una parola sulla prevenzione e sui rischi concreti, se non una generica visione apocalittica del post-botta: “Potenza devastante, può penetrare nelle abitazioni… sventrando verande e finestre…”.
Ed eccoli, ordinati diligentemente, gli oggetti del desiderio di ogni fuochista dilettante e aspirante Muzio Scevola. Con un “provolone” (costa 250 euro, pesa 8 chili) potete mandare in frantumi i vetri di un intero edificio. Se poi il proprietario di quel palazzo vi sta sui marrons glacés,  con una “mortadella” da 500 euro quel fabbricato lo riducete in macerie. Una “Bin Laden” vi viene a costare 150, è simile alla leggendaria “Maradona” ma ha un potere distruttivo minore (Bin Laden non ha mai saputo fare i pallonetti, ma piuttosto ha un tiro che gli avversari dicono che è come una cannonata).
E poi la bomba “finanziaria” (250 euro, alla faccia dei contratti da rinnovare), la “tsunami” (più devastante del maremoto: formata da “15 cilindri esplosivi dal peso di un chilo ciascuno e collegati a un'unica miccia”. E uno pensa a chi la compra e la porta a casa. E la moglie osserva perplessa e dice: Ma chi se li mangia tutti questi cotechini? ). E poi la “Lecciso” e il “Taricone”, e ora sappiamo come si fa a lasciare una traccia del proprio passaggio terreno.
E gustatevi questa chicca finale: i fabbricanti di fuochi proibiti nel 2005 hanno creato un grazioso artifizio pirotecnico, il “Ratzinger”: Mariano Del Preite ci informa che “questa bomba contiene 4 chili di esplosivo infilati in un secchio di plastica. Quando questo esplode proietta schegge dappertutto”, secondo l’encomiabile principio “ a chi coglio coglio”. Ma la chicca non è rappresentata dai dettagli tecnici della bomba vaticana, quanto piuttosto dalla nota di Del Preite, esperto vaticanista, per anni addetto stampa della Curia partenopea e portavoce del cardinale Giordano, il quale ci informa che “la Ratzinger fu creata nell’autunno del 2005, all’indomani dell’elezione del Pontefice”. Ma Ratzinger è diventato papa nell’aprile del 2005: o i fuochisti sono atei miscredenti, oppure hanno preferito aspettare qualche mese per vedere se Benedetto XVI superava la “sindrome Luciani”. Oppure Del Preite a dicembre era distratto dal confezionamento dei tracchi.

Hans Schnier

(*) Da: www.msnbc.msn.com
(**) Da www.papaluciani.com
 
Bin Laden (*)
Diego Maradona
Loredana Lecciso
Pietro Taricone
Joseph Ratzinger
Michele Giordano
Albino Luciani (**)