Al  Segretario dell’Usigrai – Vittorio Di  Trapani  
  Al Cdr della Campania  – Ettore De Lorenzo  
              Caro  Segretario, volevo informare te e il collega Ettore De Lorenzo del Cdr della  Campania di alcuni episodi che hanno davvero poco a che fare con la correttezza  dei comportamenti tra colleghi e che, soprattutto, stanno facendo venire a mancare  il naturale e fiduciario rapporto con alcuni membri del Cdr.  
              Il giorno  27 gennaio, a mensa, dopo il telegiornale della sera, in un normale confronto  su tematiche relative alla riorganizzazione della Segreteria di Redazione, la  collega Anna Teresa Damiano ed io ne parlavamo con Rino Genovese, membro del  Cdr. Genovese, in disaccordo con noi, ha cominciato ad alzare la voce  concludendo alla fine: “Il Capo Redattore può fare quello che vuole, non deve  parlare con te, tu non sei nessuno, tu non sei nessuno ” urlando, tra lo  stupore di tutti i presenti.   
              Il giorno  29 ho chiesto a Genovese se avesse intenzione di mostrarsi dispiaciuto per le  frasi e il tono. La sua risposta è stata di nuovo un crescendo di urla e di  improperi, tanto da far intervenire il vice capo redattore Gabriella Fancelli.  
              Per  chiarezza ho chiesto quindi al Capo Redattore Milone cosa stesse accadendo  relativamente alla riorganizzazione della Segreteria di Redazione. In un faccia  a faccia nel suo ufficio, mi ha dato le spiegazioni richieste. Non è entrato  nel merito della contrapposizione dialettica degenerata in urla ed improperi da  parte del membro del Cdr.  
              Poco dopo  la fine di questo colloquio, in una telefonata avuta con la collega Damiano,  sono stata messa a conoscenza di un sms da lei appena ricevuto, per errore,  proprio da Genovese, che voleva invece inviarlo al collega Guido Pocobelli  Ragosta. Questo il messaggio: “Con Massimo ovviamente la cessa di Posillipo ha  fatto l’agnellino… Ah, addirittura ha detto che vuole parlare con te, tu devi  capire che non ha nulla contro te… che vomito!”. Per darti modo di comprendere  a chi fosse rivolto l’insulto, sono io l’unica giornalista della redazione che  vive nel quartiere Posillipo. Il fatto che abbia scritto nell'sms ciò che io  intendo fare (cioè parlare con il collega Pocobelli della questione Segreteria  di Redazione) mi fa anche dedurre che abbia origliato alla porta del Capo  Redattore.  
              Ho chiesto  conto al collega Genovese di quanto scritto nell’sms. E per tutta risposta mi  ha offesa di nuovo con queste parole: “Sei una stronza, una cessa, va fan  culo”.  
              Aldilà di  ogni valutazione sul comportamento nei confronti di una collega e di una  signora, mi rammarico del fatto che Genovese ricopra il delicato ruolo di  rappresentante sindacale in un organismo di tutela dei giornalisti.  
              Questa brutta vicenda mi ha colpito profondamente e non so quali siano,  a questo punto, i passi più giusti da compiere. A rigore di deontologia un caso  del genere potrebbe essere sottoposto  al Collegio dei Probiviri in seno  alla Federazione Nazionale della Stampa, della quale l’Usigrai fa parte, ma su  questo mi rimetto alla tua valutazione, rispetto alla quale intendo  confrontarmi appena possibile. In fede  
                        |