Il direttore: "non voglio
l'eutanasia del Mattino"

A CINQUANTA GIORNI dal suo insediamento il direttore del Mattino Alessandro Barbano ha voluto incontrare la redazione. Il pomeriggio del 5 febbraio nel salone Siani, al secondo piano di via Chiatamone, ci sono una cinquantina di giornalisti, i sopravvissuti alla decimazione degli ultimi anni, e a loro fa per poco più di mezz’ora un discorso da economia di guerra. Tre i punti centrali: non presenterò un piano editoriale; non voglio l’eutanasia del giornale; l’edizione on line va rafforzata, ma senza fare investimenti.
Non so tra due anni dove saremo, spiega; il nostro orizzonte è lo stato di crisi

che termina il prossimo ottobre (e gira voce di un secondo stato di crisi). Non c’è quindi materia per un piano editoriale. E ora c’è da vedere la reazione dei


Rosaria Capacchione, Tullio De Simone, Gino Giaculli e Daniela Limoncelli

lettori all’aumento del prezzo, da un euro a un euro e venti centesimi, partito il primo febbraio. Chiarisce poi il rischio eutanasia: non intendo chiudere il settore interni-esteri e non intendo avviare la demolizione del dorso nazionale che sarebbe il primo passo verso una dolce morte con lo scivolamento dell’intero giornale sul web. Quanto all’edizione on line, partita nella nuova veste proprio nel giorno dell’insediamento di Barbano, verrà rafforzata utilizzando soltanto le risorse interne, con il distacco a rotazione ogni quindici giorni di due unità, una della sede centrale e l’altra dalle redazioni provinciali.
Intanto è operativa, in due tranche, una mini riorganizzazione dei settori. Dal 16 gennaio Gino Giaculli, proveniente dallo sport, lavora all’ufficio del redattore capo centrale, e quindi è in gerenza; Maurizio Cerino da interni-esteri a grande Napoli; Salvo Sapio da grande Napoli allo sport.
Il secondo blocco è del primo febbraio: Tullio De Simone dalla cronaca a interni-esteri; percorso inverso per Daniela Limoncelli da interni-esteri in cronaca; Rosa Palomba da grande Napoli a interni-esteri. Nessuna notizia invece sulla sostituzione della cronista di giudiziaria Rosaria Capacchione capolista per il Partito democratico al Senato.