Panorama, al giudice Quatrano
un risarcimento di 40mila euro

È COSTATO CARO a Panorama l’articolo ‘Napoli ha perso la testa’, pubblicato nel giugno del 2000 e firmato, con la sigla P.C., da Paolo Chiariello. La Mondadori, che edita il settimanale, aveva già dovuto risarcire il giudice Enzo Albano, con una transazione in sede penale davanti al tribunale di Milano; ora dovrà pagare i danni da diffamazione a un altro magistrato napoletano, Nicola Quatrano.
Con la sentenza depositata il 12 marzo scorso, il giudice Angela Salvio della prima sezione civile del tribunale di Roma ha condannato Paolo Chiariello, Roberto Briglia, allora direttore di Panorama, e la Arnoldo Mondadori spa a pagare in solido al magistrato un risarcimento di 30mila euro; ha inoltre condannato l’autore dell’articolo alla sanzione pecuniaria di altri diecimila euro

e giornalista, direttore ed editore a “rifondere all’attore le spese di lite liquidate in complessivi 6.340 euro”.
Ha invece respinto altre due richieste avanzate dal legale di Quatrano Achille Janes Carratù: il risarcimento dei danni patrimoniali, perché “in


Paolo Chiariello e Achille Janes Carratù

mancanza di elementi di riscontro, la liquidazione di tale voce non può essere fatta nemmeno in via equitativa”; la pubblicazione della sentenza sui principali quotidiani nazionali e locali, perché “il lungo lasso di tempo trascorso rende la misura non idonea per la riparazione del danno”.
Nell’articolo viene affrontata la situazione precaria dei vertici istituzionali a Napoli, con particolare attenzione a quella di Antonio Bassolino, dall’aprile del 2000 presidente della Regione Campania. “Noie giudiziarie – scrive Chiariello – potrebbero derivargli da due processi: quello sui Boc, i buoni ordinari emessi dal Comune di Napoli e collocati in America, e l’inchiesta collegata sull’Anm (Azienda napoletana di mobilità), meglio conosciuta come scandalo dei bus”. Poi, citando il giudice Quatrano, continua: “L’assoluzione secondo quanto preveduto dagli esponenti di Alleanza Nazionale Italo Bocchino e Alfredo Mantovano, sarebbe solo questione di tempo… secondo An, grazie ai nuovi criteri di assegnazione dei processi, quelli per reati contro la pubblica amministrazione finirebbero a sezioni prestabilite, che sarebbero quelle di Nicola Quatrano e Enzo Albano: il primo, ricordano gli esponenti di An, fu il pm della Tangentopoli napoletana, ex candidato in pectore per i Ds poi affondato prima della presentazione della lista, l’altro si è messo in mostra anche partecipando a una manifestazione in favore del leader


Antonio Bassolino e Italo Bocchino

curdo Abdullah Ocalan”.
Nel corso del processo viene dimostrato che le notizie su Quatrano non erano vere e il giudice Salvio spende parole dure sull’articolo di Panorama. “Le palesi allusioni – scrive nella sentenza - alla persone dell’attore come ‘di parte’ e l’accusa di

faziosità del dottor Quatrano assumono valenza gravemente e gratuitamente offensiva, in quanto fondate su argomentazioni grossolane e indimostrate, oltre che inveritiere, che appaiono perseguire esclusivamente la finalità di tratteggiare la figura dell’attore come magistrato non indipendente che utilizza il potere attribuitogli con atteggiamento arbitrario e al di fuori dei canoni del rispetto della legalità e dell’imparzialità, apertamente schierato ‘a chiudere un occhio’ nei confronti di appartenenti a una determinata parte politica. Accuse che traspaiono in maniera non equivoca, che sono tra le più screditanti per un magistrato e che integrano il reato di diffamazione, sia sotto il profilo materiale che psicologico”.