Accordo da 73mila euro
per Videocomunicazioni

Si è chiusa con una transazione la vicenda giudiziaria nata dal licenziamento improvviso di tutti i dipendenti deciso il 31 dicembre scorso da Francesca Aulisio, amministratrice e direttore di Videocomunicazioni srl. L’accordo non era scontato; basta rileggersi il botta e risposta aspro tra le parti pubblicato da Liquida il 25 gennaio. La scena è cambiata dopo la richiesta alla magistratura di sequestro conservativo dei beni mobili e dei crediti della società avanzata dal redattore capo Pier Paolo Petino, dalla segretaria Laura Esposito e dagli operatori Antonio Coscione, Francesco D’Angiò, Enzo De Marino,

Marco Gargiulo e Sandro Jovane, assistiti dagli avvocati Giovanna Carotenuto e Miki Luca Prisco, mentre una strada diversa ha deciso di battere l’ottavo licenziato, Rosario Maggio.
All’udienza del 12 febbraio, davanti al giudice del lavoro del


Francesca e Franco Aulisio

tribunale di Napoli Amalia Urzini, un delegato dell’editrice ha pagato le retribuzioni di dicembre; all’udienza del 5 marzo per conto di Francesca Aulisio, che non si è presentata, l’avvocato Egidio Paolucci, su delega dell’avvocato Alessandro Limatola, ha presentato una bozza di accordo che è stata integrata e sottoscritta dalle parti: ai dipendenti verrà versato il  trattamento di fine rapporto e un bonus a saldo di tutte le  spettanze; il pagamento, per un totale di 73mila euro avverrà in sei rate, due a marzo e poi una al mese fino a luglio.
L’accordo ha reso superflua la testimonianza del presidente dell’Assostampa Enzo Colimoro che come consigliere dell’Istituto di previdenza dei giornalisti avrebbe dovuto riferire sulla situazione contributiva dei dipendenti, nodo risolto dalla società con il versamento di tutti i mesi scoperti sia all’Inpgi per Petino che all’Enpals per gli operatori.
Intanto di Videocomunicazioni si occuperà il liquidatore Salvatore Conato. Scompare così la società fondata oltre venti anni fa da Franco Aulisio, zio di Francesca e Maria Chiara, giornalista del Mattino, scomparso nel 2000, che ebbe l’intuizione di creare un’agenzia per fornire servizi video alle emittenti locali del tutto impreparate a organizzare telegiornali diventati obbligatori dopo l’approvazione nell’agosto del 1990 della legge Mammì.