Della lotta all’odioso fenomeno dello stalking, in ogni forma del suo subdolo manifestarsi, il ministro Mara Carfagna ha fatto da tempo uno dei punti qualificanti della propria attività governativa. I risultati già si vedono, anche se la battaglia è ancora lunga. Per fortuna arriva la Cassazione, in sintonia con le decisioni del governo guidato da Silvio Berlusconi, a ribadire la bontà del percorso avviato dal ministro salernitano. Il Roma del 21 ottobre segue l’ultima vicenda con un box a pagina 8: un innamorato abbandonato dall’amante minaccia di rendere pubbliche le foto degli incontri erotici con la donna. Non solo: invia anche sms inequivocabili al di lei marito.
La minaccia dell’amante focoso e respinto é configurabile come violenza? (reato che la legge punisce fino a quattro anni di reclusione in base all’articolo 610 del codice di procedura penale, con arresto a discrezione del magistrato) Altro che: la Suprema Corte dà ragione alla donna, a Carfagna, al governo e ai cronisti del Roma, diretti dal tandem Sasso-Manzi e coordinati dal redattore capo Roberto Paolo e dal capo cronista Rodrigo Rodriguez, i quali all’unanimità stabiliscono che non ci sono ragionevoli dubbi circa la valenza penale delle vessazioni subite dalla moglie ravvedutasi. Ed ecco il titolo: Pubblicare le foto hard della ex?/ La Cassazione: è violenza provata (si tratta certamente dell’articolo 610 bis. Per fortuna anche per questo reato l’arresto è facoltativo). |