Assostampa, notificati
precetti per 3.483.845 €

IL 6 NOVEMBRE l’ufficiale giudiziario ha ricevuto due precetti da notificare a via Cappella Vecchia, al presidente dell’Associazione napoletana della stampa Enzo Colimoro. I precetti danno esecuzione alla sentenza della Corte di cassazione che ha condannato il sindacato dei giornalisti a risarcire il comune di Napoli per il ritardato rilascio della Casina del boschetto, la sede in villa comunale utilizzata fino allo sfratto nel novembre del 1999.
L’importo del primo precetto è di 26.085,08 euro per le spese legali; il secondo, per i canoni di locazione non versati, è di 3.457.760,75 euro, per un totale di 3.483.845,83, somma che supererà velocemente i tre milioni e mezzo

di euro perché gli interessi lievitano giorno dopo giorno.
Di fronte a un debito che è una voragine Colimoro ha deciso di continuare a fare lo struzzo, scegliendo il silenzio e l’immobilismo, una politica che ha


Enzo Colimoro e Cristiano Tarsia

connotato la sua gestione (dal maggio 2007 è presidente) così come quella dei suoi predecessori Franco Maresca, alla guida del sindacato dal marzo 1994, e Gianni Ambrosino, subentrato nell'ottobre del 2002.
L’impiegata dell’Assostampa Donatella Pappalardo per tre giorni, alla richiesta di Iustitia di raccogliere l’opinione di Colimoro sul debito con il comune, ha risposto che non riusciva a contattarlo e, se il black out dovesse prolungarsi, sarà forse il caso di avvisare i carabinieri. Con Colimoro completano il vertice del sindacato il segretario Cristiano Tarsia e il tesoriere Filiberto Passananti, mentre i dipendenti sono tre: Donatella Pappalardo, Paola Spinelli, che si occupa delle pratiche dei giornalisti con l’Inpgi e con la Casagit, e il fattorino Bruno Izzo.
La piccola satrapia viene gestita con silenzio assoluto sull’attività e i numeri dell’associazione, un silenzio favorito dal disinteresse diffuso dei giornalisti. “Non riteniamo utile fornire dati sul numero degli iscritti”, è stata la risposta fornita qualche anno fa da Colimoro attraverso gli uffici, ma i numeri ci sono e sono imbarazzanti: al 31 dicembre 2012 gli iscritti non sono neanche mille


Donatella Pappalardo e Filiberto Passananti

(534 professionisti e 391 pubblicisti) su una platea regionale di 11.097 giornalisti (1.529 professionisti e 9.568 pubblicisti), con una percentuale dell’8,87 per cento. Del resto basta consultare sul sito dell’Assostampa la pagina dei comitati di redazione

per vedere che tra i sindacalisti presenti nell’elenco sono tanti i “non iscritti al sindacato”. Inutile poi parlare delle elezioni: lo statuto prevede una durata biennale del consiglio, ma non si vota dal 2010.
Buio pesto anche sui numeri di bilancio: nessuna notizia sulle entrate e nessuna notizia sulle uscite. L’ultimo bilancio presentato risale al 2010 e da allora mano libera al manovratore. Non si capisce allora a cosa serva un consiglio direttivo (è composto, con i dirigenti, dai professionisti Raffaele Auriemma, Maurizio Cerino, Carmen Fimiani, Lucia Licciardi, William Nuzzolillo, Enzo Ciaccio e i pubblicisti Antonio Boccia e Mario Orlando) e soprattutto perché eleggere un collegio dei sindaci (ne fanno parte i professionisti Marta Cattaneo, Concetta Improta, Boris Mantova e i pubblicisti Agostino Falco e Massimo Sparnelli).
Ora, oltre ai 75mila euro che Colimoro deve all’Ordine regionale, ci sono i tre milioni e mezzo da dare a De Magistris. Con quali entrate potrà farvi fronte?

Accanto alle quote annuali versate degli iscritti, ci sono altre due voci certe: i  contributi annuali che, in rate trimestrali, arrivano dall’Inpgi e dalla Casagit per l’ospitalità data all’ufficio di corrispondenza dei due istituti. Nel bilancio 2012 l’Istituto di previdenza dei


Marta Cattaneo e Boris Mantova

giornalisti italiani, presieduto da Andrea Camporese, ha versato alle associazioni regionali di stampa 2.436.757 euro, di cui 145mila incassati dalla sindacato napoletano; la Cassa di assistenza integrativa dei giornalisti italiani, guidato da Daniele Cerrato, nel 2012 ha girato ai sindacati regionali 1.085.157 euro e 44.044 euro sono arrivati a Cappella Vecchia. In totale poco meno di 190mila euro.