Un appello dal comitato Crescentini

Cara Iustitia,
tenendo conto della attenzione altalenante dei media nazionali e napoletani, nonché delle agenzie di stampa più accreditate sulla opaca vicenda del sindacalista della Fillea Cgil Ciro Crescentini, attivo da anni nel contrasto alle morti bianche e alla vessazione fisica e psichica sul lavoro, licenziato dalla sua organizzazione con motivazioni inconsuete e ignote ai più, ti invio l’appello redatto dal Comitato Crescentini che in questi giorni circola in rete, e qualche considerazione personale.
In questa strana e meravigliosa città che è la dolce Partenope, dove cadono i lampioni in testa alla gente, i delinquenti picchiano i carabinieri e i postini mordono i cani, un pezzo importante del più grande sindacato italiano, la Fillea Cgil, licenzia un sindacalista in trincea contro gli infortuni nei cantieri, Ciro Crescentini, responsabile del presidio antimobbing della sua organizzazione.
Dove, senza mai vendersi i lavoratori e i pazienti alla controparte, li aiuta, li sostiene, e qualche volta, contro ogni previsione, vince.
Anche grazie al sostegno di Crescentini, l’Osservatorio regionale per il disadattamento lavorativo della Campania e la Psicopatologia del lavoro dell’Asl Na 1 hanno sbrogliato casi altrimenti irrisolvibili, evitando esiti psichiatrici rischiosi e invalidanti.
Il messaggio che viene da questa vicenda è devastante e surreale: se mai accadesse che un grande sindacato possa o voglia licenziare dopo venticinque anni, vessare i propri dipendenti, abolire il dibattito interno disinteressandosi delle più gravi conseguenze per la propria reputazione, allora chiunque potrebbe farlo.
Trascorriamo la maggior parte del nostro tempo sul lavoro o pensando al lavoro: la nostra identità professionale è una parte importante della nostra identità personale. Una sua grave lesione non può in alcun caso rimanere senza conseguenze.
Negare la stretta relazione tra l’organizzazione del lavoro e l’assetto psicologico e psicopatologico di ognuno di noi, nella sua evidenza e banalità, è il nuovo tabù occidentale nell’era della globalizzazione.
Sarei molto sorpreso se un grande sindacato con la storia della Cgil, a cui tra l’altro appartengo, non trovasse una soluzione al problema del dovuto rispetto dei suoi dipendenti all’altezza della sua forza e della sua tradizione, sia in termini generali, sia nel caso particolare di Ciro Crescentini, a cui i lavoratori e i pazienti campani devono molto.

Francesco Blasi
responsabile Riabilitazione psichiatrica
e Psicopatologia del lavoro
Monte di Dio Napoli


In difesa di Ciro Crescentini comitatocrescentini@libero.it

Ora che i riflettori si vanno spegnendo sulla vicenda di Ciro Crescentini, il sindacalista licenziato in tronco dall’organizzazione Fillea Cgil, nella quale svolge una militanza cristallina da oltre 25 anni, è necessario riflettere sull’inquietudine che questo caso tuttora suscita.
Non intendiamo entrare nel merito delle tesi ipotizzate da Crescentini all’indomani della scelta di cui è stato vittima. Non sappiamo se effettivamente la Fillea Cgil voglia liberarsi di un sindacalista scomodo, che osa disturbare i manovratori, attenti alla pax sociale e agli equilibri politici. Sarà la magistratura a stabilirlo, nelle sedi deputate.
Noi siamo certi del fatto che Ciro Crescentini è un sindacalista scomodo, se per scomodo si intende un dirigente sindacale non omologato.
È da tempo che il sindacato ha assunto un ruolo ingessato, come denunciato in una recente assemblea della Fiom partenopea, attento più alle circonvoluzioni della politica, che ai diritti violati, e alla progressiva erosione delle tutele.
Ciro Crescentini, noi riteniamo, interpreta sempre il suo ruolo nel rispetto della funzione che compete a un dirigente sindacale. Ovvero, svolge la sua militanza tra i lavoratori, nelle piazze, sensibile agli allarmi sulla fine delle garanzie nel mondo del lavoro.
Un modo di fare sindacato che a qualcuno potrebbe apparire ingenuo e anacronistico, ma questo è l’unico modo di fare sindacato che lui conosce.
Non è un burocrate, non scalda scrivanie, accorre dove è più forte la sofferenza dei cittadini lavoratori, nei luoghi ove dilaga il mobbing - fenomeno cui prestava estrema attenzione, consapevole della sua pericolosa minimizzazione da parte del mondo sindacale - o dove la sicurezza di uomini e donne è messa a repentaglio dal disprezzo degli imprenditori per la prevenzione degli infortuni.
Così noi consideriamo l’impegno di Ciro Crescentini, una militanza appassionata; se si vuole da guerrigliero romantico, come qualcuno l’ha definita con uno scherno del tutto fuori luogo, trattandosi di un lavoratore licenziato da un giorno all’altro che vive di stipendio.
Che credibilità può avere un sindacato per quanto blasonato che non rispetta al suo interno le doverose tutele che pretende di custodire e preservare all’esterno? Sicuramente poca.
È giusto licenziare un dirigente sindacale che abbia fatto bene il suo lavoro, che abbia accorciato le distanze tra sindacato ed iscritti, arginando con il suo impegno quotidiano quella crisi di rappresentatività che corrode le organizzazioni sindacali? Ovviamente no.
Non ci convincono le motivazioni addotte dai vertici della Fillea-Cgil per giustificare la risoluzione del rapporto di lavoro di un dirigente sindacale, che, è bene ricordarlo, è un evento tragicamente insolito. E non riusciamo a capire perché le opache ragioni della burocrazia debbano prevalere sull’onestà intellettuale e sull’impegno di chi ha dedicato un quarto di secolo a schierarsi dalla parte dei più deboli.
Se anche questo licenziamento dovesse essere malauguratamente ritenuto legittimo dalla magistratura del lavoro, le nostre domande continuerebbero a restare senza risposta.
O forse la risposta c’è. Ed è nell’incapacità del sindacato di recuperare un’identità, nel ritrovare le ragioni del suo radicamento sociale, nell’aver stabilito per decreto la fine dei conflitti, abdicando al suo ruolo e alla sua storia.
Franco Di Mauro, presidente Comitato San Martino; Sergio Piro, direttore Istituto antropologia trasformazionale; Enrico de Notaris, psichiatra università Federico II; Antonella Stefanucci, attrice; Gerardo Marotta, Istituto italiano per gli studi filosofici;
Domenico Ciruzzi, avvocato; Lydia Mastrantuoni, presidente ottava commissione municipio Arenella-Vomero; Claudio Petrella, direttore Osservatorio antimobbing della Campania; Ciro Inserra, medico del lavoro Asl Napoli 5; Bruno Sanseverino, psichiatra Asl Napoli 1; Fabio Ferrari, avvocato; Francesco Blasi, psichiatra Asl Napoli 1; Vittorio Bongiorno, grafico; Rosanna Scalabrini, dottoressa in Scienze sociali, Asl Napoli 1; Vincenzo Castiglia, infermiere Asl Napoli 1; Alberto Trama, rsa Net Service e componente comitato direttivo Fillea; Francesco Grillo, psichiatra Asl Napoli1; Anna De Biase, componente comitato direttivo Fillea Napoli, nazionale e Camera del lavoro di Napoli, coordinatrice provinciale della Fillea restauro; Giovanni Nolfe, psichiatra Asl Napoli 1; Tatiana Taddei, componente comitato direttivo Fillea Napoli; Anna Del Mastro, psichiatra Asl Napoli 1; Cristina Mauro, componente comitato direttivo Fillea Napoli; Antonietta Esposito, rsa impresa Castaldo Casoria (Napoli); Regina Fazio, rsa Fillea Cgil Napoli impiegata impresa Borselli e Pisani; Vito Di Napoli, impiegato Cosenza; Gennaro Piccolo; rsa Dhl; Raffaele Mazza, impiegato Engineering Napoli; Antonella Scorza, psichiatra Asl Napoli1; Angela Lonardo, impiegata Readelli Napoli; Giuseppe Orofino, Napoli; Bruno Di Franco, impiegato Dema Napoli; Michelina Greco, impiegata Asl Salerno 2; Eugenia Tornincasa, impiegata Pirelli Napoli; Erminia Sparita, insegnante; Ornella Vecchioni, psichiatra Asl Napoli 1; Giuseppe Marzullo, autista Air Avellino; Giuliana Del Fosco, insegnante, Napoli; Vincenzo D’Amato impiegato Net Service Napoli; Annamaria Aurino, impiegata Provincia Napoli; Ornella Balsamo, impiegata Napoli.
Le adesioni all’appello si inviano a comitatocrescentini@libero.it



Altre iniziative

Vanno anche segnalate una serie di altre iniziative e di dichiarazioni in favore del sindacalista licenziato.

1) Più di venti senatori hanno finora risposto all'appello lanciato dal vicepresidente del gruppo di Rifondazione comunista, Tommaso Sodano, per chiedere il reintegro del sindacalista della Fillea-Cgil, Ciro Crescentini, ''licenziato la scorsa settimana dalla federazione degli edili campani''. Lo rende noto lo stesso Sodano che promuoverà, nei prossimi giorni, la raccolta di nuove firme tra i parlamentari di palazzo Madama. Tra i firmatari del documento ci sono i capigruppo di Sinistra democratica Cesare Salvi, di Rifondazione comunista Giovanni Russo Spena e del Pdci-Verdi Manuela Palermi e ancora i senatori Mauro Bulgarelli, Dino Ribaldi.

2) C’è un appello di 35 consiglieri del Comune di Napoli inviato ai vertici nazionali della Cgil e della Fillea Cgil. In calce le firme di Raffaele Carotenuto, presidente gruppo Rifondazione comunista; Alessandro Fucito (Rifondazione); Francesco Minisci (Rifondazione); Ciro Fiola (Sdi); Mario D’Esposito (Verdi); Diego Venanzoni (presidente gruppo Udeur); Gaetano Sannino (presidente gruppo Pdci); Vincenzo Russo (Margherita); Pietro Mastranzo (Margherita); Emilio Montemarano (Margherita); Ciro Borriello (presidente gruppo Verdi); Vito Lupo (Margherita); Giovanni Palladino (presidente gruppo Margherita); Salvatore Parisi (presidente gruppo Sinistra democratica); Nino Funaro (Udeur); Federico Alvino (Udeur); Nicola Oddati (assessore al Lavoro); Salvatore Galiero (Democratici di sinistra); Carlo Lamura (Alleanza Nazionale); Fabio Benincasa (Margherita); Carlo Migliaccio (Udeur); Francesco Nicodemo (Democratici di sinistra); Giulio Riccio (assessore alle Politiche sociali); Dolores Madaro (assessore ai Cimiteri); Raffaele Scala (Italia dei valori); Alfredo Giordano (Italia dei valori); Ciro Signoriello (Forza Italia); Gennaro Carbone (Forza Italia), Dario Cigliano (Forza Italia); Umberto Minopoli (Forza Italia); Francesco Vitobello (Forza Italia); Stefano Palomba (Margherita); Rosario Giudice (Margherita); Antonio Fellico (Pdci); Achille De Simone (Gruppo misto).

3) La senatrice Franca Rame (Italia dei Valori) ha scritto una lettera ai vertici nazionali della Cgil per il reintegro di Ciro Crescentini.

4) «La Cgil di Napoli licenzia un dirigente Fillea, Ciro Crescentini, reo di aver fatto troppo: ovvero il suo dovere nel denunciare i cantieri irregolari ed illegali. Un fatto incredibile. Ancor più dopo la bella decisione, presa da Confindustria, di espellere chi paga il “pizzo” od accetta o subisce rapporti con la malavita organizzata», così commenta la notizia del licenziamento di Crescentini il senatore Fernando Rossi (Gruppo misto).

5) Il segretario regionale della Campania dei Comunisti italiani, Vincenzo Gagliano, ha scritto una lettera aperta a Michele Gravano, segretario regionale Cgil, sul caso di Ciro Crescentini

6) Franco Turigliatto e Alberto Burgio hanno presentato due interrogazioni parlamentari sul caso Crescentini al ministro del Lavoro, la prima a risposta in aula, la seconda in commissione.

 
Ciro Crescentini
Francesco Blasi
Franco Di Mauro
Antonella Stefanucci
Gerardo Marotta
Domenico Ciruzzi
Lydia Mastrantuoni
Claudio Petrella
Fabio Ferrari
Vittorio Bongiorno
Rosanna Scalabrini
Enzo Castigllia
Alberto Trama
Ornella Vecchioni
Tommaso Sodano
Pietro Mastranzo
Nino Funaro
Nicola Oddati
Giulio Riccio
Dario Cigliano
Ciro Borriello
Franca Rame
Michele Gravano