Quando un ‘rapinarolex’ viene catturato a Modena o a Verona per i tg nazionali il primo aggettivo che connota il delinquente è “napoletano”.
Il 20 luglio muore a Milano a ottantanove anni Francesco Saverio Borrelli, il procuratore della Repubblica milanese regista delle indagini negli anni di Mani pulite quando ha governato una squadra ricca di primedonne, con uscite pubbliche rimaste nella storia politica del Paese. Tutti i tg ne ricordano la figura, ma non si sente l’aggettivo “napoletano”. Eppure Borrelli era nato nella capitale del Mezzogiorno nell’aprile del 1920.
Al tg de La7, diretto da Enrico Mentana, il conduttore Paolo Celata ricorda il “personaggio che ha segnato sicuramente una fase importante della storia recente della nostra Repubblica” e neanche nel servizio di Guy Chiappaventi viene citata Napoli.
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