La conferenza stampa è lunga, e l’argomento è tecnico: la legge regionale 19/2019 sulla promozione della architettura contemporanea in Campania. È martedì 30 novembre, a Palazzo Santa Lucia.
Parla l’assessore all’Urbanistica Bruno Discepolo, parla la coordinatrice dell’Istituto Nazionale di Architettura, Beatrice Fumarola, parla l’architetto Salvatore Buonomo del Mibact. E poi parla De Luca, un’ampia dissertazione sulla trasformazione urbana e sulle opportunità che si aprono con i fondi del PNRR. Alla fine, ci sono le domande e risposte “a margine” al presidente della Giunta regionale sui temi di cronaca: la variante Omicron, le vaccinazioni in Campania, la possibile Dad, eccetera. Tanto da scrivere per i cronisti.
Giornalisti di tv ed agenzie, che ormai producono anche video si fermano a riordinare le idee. Tempo un paio di minuti e sopraggiunge una guardia giurata: “dovete uscire, abbiamo un’altra manifestazione”. Aggiunge “per favore”.
Qualcuno prova a strappare il permesso di restare qualche minuto, qualche altro protesta e chiede l’intervento del responsabile dell’ufficio stampa della Giunta, Paolo Russo, assente alla conferenza stampa. Niente da fare. Fuori tutti. A scrivere in strada. Anche a fermarsi nei corridoi, il tempo di digitare qualcosa per il sito web, si rischia l’intervento delle solerti guardie giurate.
Ma è possibile che a Palazzo Santa Lucia, la poderosa (per dimensioni di bilancio) Giunta regionale non disponga di una sala stampa? Ed è possibile che i cronisti che coprono la Regione vengano buttati fuori come ospiti sgraditi dopo un’ora abbondante di conferenza stampa? Sono aspetti delle modalità concrete di esercizio della professione a Napoli ed in Campania, sui quali l’Ordine ed il Sindacato qualcosa dovrebbero pure dirla. |