Al Cormezz forbici
su costi e organico

I REDATTORI DI Napoli e di Bari del Corriere del Mezzogiorno sono in attesa del piano di ristrutturazione annunciato da Giorgio Fiore, amministratore delegato dell’Editoriale del Mezzogiorno srl. Il dato certo, comunicato al cdr di Napoli (Gianluca Abate, Enzo Esposito, Paolo Grassi), è che bisogna tagliare i costi.  Intanto, nell’incontro informale con i

rappresentanti sindacali, Fiore ha fatto consegnare ai giornalisti dal consulente Oreste Cardillo l’allegato D del contratto relativo ai casi di crisi aziendale con richiesta di utilizzo dei benefici della legge per l’editoria (numero 416 del 1981).
Sono ora due le strade


Vito Faenza e Nino Femiani

percorribili: riduzione delle spese di gestione o interventi sull’organico. La prima da sola difficilmente sarà sufficiente e, imboccata la seconda, si presenta un nuovo bivio: puntare sulla cassa integrazione o sui prepensionamenti. Su quest’ultimo versante, secondo una prima ricognizione, sono cinque i giornalisti che hanno compiuto o compiranno, entro i prossimi ventiquattro mesi, i cinquantotto anni: Vito Faenza, che a ottobre tocca i sessantuno anni; Rosanna Lampugnani, cinquantanove a settembre; Nino Femiani, cinquantotto compiuti a marzo; ancora sotto la soglia Francesco Durante e Antonio Fiore, con il primo che compie i cinquantotto nel settembre 2010 e il secondo nel gennaio 2011.
Questo dice l’anagrafe, poi ci sono il buon senso e, eventualmente, l’attenzione alla qualità del giornale, che precedono la valutazione delle posizioni individuali dei giornalisti. Nella pattuglia dei ‘pensionabili’ ci sono infatti due cronisti di lungo corso: Faenza e Lampugnani, che da anni


Luigi Quaranta e Francesco Strippoli

garantisce una presenza romana per le due edizioni del Cormezz; c’è Femiani, al quale il direttore Marco Demarco nel novembre 2007 ha affidato il giornale on line, che, stando ai numeri forniti dall’azienda, è saldamente leader tra i concorrenti della piazza partenopea: secondo i dati

Nielsen di maggio per utenti unici il Cormezz it è a 719.096, Repubblica Napoli it a 523.280, con il Mattino.it nettamente staccato; prendendo in considerazione invece il dato Nielsen di utenti unici più pagine viste il Cormezz è a 553, Repubblica a 330 e il Mattino a 210; il quarto prepensionabile è Durante, redattore capo e, su Napoli, numero due del quotidiano, giornalista culturale in grado di garantire a livello nazionale riconoscibilità e rapporti; il quinto è Fiore, firma di punta della squadra, che ha inventato un sotto settore di geografia gastronomica regionale, con significative ricadute turistiche, l’unico spazio in cui il Cormezz ha un’egemonia sulle testate concorrenti.
Per arrivare ai prepensionamenti è necessario seguire l’iter previsto per la dichiarazione dello stato di crisi, per la quale non sono più necessari bilanci in rosso nell’ultimo biennio, ma è sufficiente la  previsione di un deficit in arrivo per l’anno in corso. E il 24 giugno, in video conferenza con il comitato di

redazione dell’edizione di Bari (Luigi Quaranta, Lorena Saracino, Francesco Strippoli), Giorgio Fiore ha parlato dell’ipotesi di una decina di redattori da mettere in cassa integrazione. Il numero probabilmente è largo e serve per arrivare a tagliare cinque o sei


Francesco Durante e Antonio Fiore

unità, difficili da coprire soltanto con i prepensionamenti  che andrebbero a incidere con quattro unità sull’edizione di Napoli e con una, Rosanna Lampugnani, su Bari. Oggi l’organico delle due edizioni conta quaranta unità: ventidue con Demarco in Campania e diciotto, con il vice direttore Maddalena Tulanti, in Puglia.