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Il Porto non ottempera,
demansiona e fa appello |
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SI VA DIFFONDENDO, tra i datori di lavoro, la scelta di non ottemperare alle sentenze, traccheggiare e presentare appello; una decisione dettata da tre buoni motivi: il lavoratore viene comunque logorato da vertenze che durano anni; in appello un giudizio sfavorevole può essere modificato o capovolto; infine, secondo motto popolare, per pagare e morire c’è sempre tempo.
A gennaio il giudice del lavoro del tribunale di Napoli Maria Luparelli ha riconosciuto il diritto della giornalista Emilia Maria Leonetti a essere retribuita con il trattamento economico previsto dal contratto di lavoro per il |
vice redattore capo e ha condannato l’Autorità portuale di Napoli, presieduta dall’ammiraglio Luciano Dassatti, a versarle le differenze retributive dall’ottobre del 2000 ad oggi.
Nata a Torino nell’agosto del ’54 da padre calabrese e madre |

Giuseppe Marziale, Francesco Nerli e Nunzio Rizzo |
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piemontese, una laurea in Giurisprudenza alla Federico II con tesi in Diritto romano con Antonio Guarino,
a metà degli anni Novanta autrice, insieme ad Antonio Napoli, di una biografia di Bassolino pubblicata da Pironti, Emilia Leonetti inizia a collaborare nel ’78 con il Mattino per poi passare nel 1982 a scrivere per l’Avanti! quando il corrispondente da Napoli Raffaele Indolfi viene assunto a via Chiatamone; nel 1985 è articolo uno al mensile del Psi Mondo Operaio diretto da Luciano Pellicani e continua a lavorare per il quotidiano e per il mensile del Partito socialista fino al 1992, quando i due giornali vengono chiusi. Dall’autunno del ’96 lavora come consulente all’Autorità del porto di Napoli e nell’estate del 2000 il presidente Francesco Saverio Lauro la assume con contratto a tempo pieno: si occupa dell’ufficio stampa, è direttore del bimestrale ‘Il Porto di Napoli’, formato A3, otto pagine metà in italiano e metà in inglese, e segue il sito varato nel 2005. Dopo alcuni anni il presidente dell’Autorità Francesco Nerli, subentrato a Lauro, incomincia a ridurre gli spazi dell’addetta stampa che nel 2006 avvia un’azione giudiziaria per vedersi riconosciuta l’applicazione del contratto giornalistico.
Nei sei mesi trascorsi dalla sentenza della Luparelli la giornalista ha più volte manifestato a Dassatti, anche per iscritto, la propria disponibilità a trovare un accordo, ma non ha avuto nessuna risposta. Una scelta singolare dal momento che Dassatti, presidente da diciotto mesi, avrebbe potuto chiudere una |

Antonio Guarino, Raffaele Indolfi e Francesco Saverio Lauro
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vicenda che rischia ora di diventare molto onerosa per il Porto. Invece il presidente, appena dopo la sentenza, ha deciso di sottrarre la direzione del bimestrale alla Leonetti, di sospenderne le pubblicazioni in attesa di affidarne la realizzazione a un service esterno e si |
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prepara, con gli avvocati Nunzio e Pierluigi Rizzo, a presentare appello. Un annuncio accolto con distacco dall’avvocato Giuseppe Marziale che assiste la giornalista. “Prima dell’appello – dichiara Marziale – ci sarà a novembre davanti al giudice Antonio Sergio Robustella l’udienza per la quantificazione delle differenze retributive. Piuttosto sorprende molto che all’Autorità portuale, invece di dare esecuzione alla sentenza, stiano progressivamente e pesantemente riducendo gli spazi di lavoro della Leonetti. Un comportamento che riceverà risposte adeguate”. |
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